Ci sono dischi che ti cullano, che ti sanno fare compagnia e coccolare, che ti sanno sorprendere ascolto dopo ascolto, ma che senti ‘tuoi’ fin dal subito.
Se ciò non vi è mai successo evidentemente non avete trovato ancora l’artista che sappia parlare direttamente al vostro cuore, quel gruppo o cantante che appena “‘attacca’ con un pezzo vi fa sentire a vostro agio e che rende la vostra giornata migliore.
Tutto questo è per me il nuovo lavoro degli Intercity.
Un insieme di sensazioni ed impressioni che vanno al di là delle singole canzoni, una serie di affreschi sonori che ti guidano in stralci di vita vissuta e che te la raccontano con una naturalezza ed una semplicità quasi disarmante.
Se qualche dubbio poteva esserci sul nuovo lavoro della band bresciana, dopo un esordio folgorante ed intrigante come “Grand Piano”, viene in fretta fugato da “Yu Hu”.
Fabio Campetti e Anna Viganò si alternano al canto creando dei pregevoli effetti di chiaroscuro, in cui l’ indie-pop elettronico del quintetto si esalta.
Dai Grandaddy fino ai Notwist attingendo a piene mani dalla new wave, inanellando ballate (elettro)pop che in tanti hanno provato a scrivere, ma in pochi sono riusciti a creare di tale maturità e compattezza.
Basta l’apertura di “Piano piano” per capire che la nuova fatica degli Intercity non deluderà mantenendo per tutte e quindici le tracce un’altissima qualità , una vera boccata d’ossigeno per questo inizio 2012 che permette di guardare al resto dell’anno con assoluto ottimismo.
2. Neon
3. Smeraldo
4. Anfiteatro
5. Nouvelle Vague
6. L’Elettricità
7. Overdisco
8. Terrore Ssotico
9. Anais
10. La lunga Avenue
11. Un grande Sogno
12. Welcome Piccola
13. Spiaggia Bianca
14. Mondo Moderno
15. Anti