La riuscita di un disco pop si misura anche nel modo in cui le note si dispongono tra le particelle d’aria che riempiono la stanza, nel modo in cui l’atmosfera “frigge” attorno alle sensazioni scaturite dall’ascolto. Mettersi comodi e di animo rilassato ad ascoltare per la prima volta il nuovo lavoro di M. Ward può rappresentare un’esperienza totalizzante, per quanto non troppo chiassosa o sopra le righe. E’ impressionante la naturalezza con cui la componente melodica, luminosa e allegra sia perfettamente bilanciata dalla controparte più dolce e intima di un disco a suo modo sublime. Che siano i guizzi uptempo delle composizioni più vivaci oppure il romanticismo acqua e sapone dei momenti più romantici non c’è differenza, il risultato è sempre eccellente.
L’apparente semplicità del vestito indossato dai brani nasconde una cura maniacale nella produzione ed un lavoro di ricerca non da poco, visto che il Nostro dichiara di avere materiale per almeno altri dieci dischi da cui attingere. Una prolificità che evidentemente non prende il sopravvento e che permette di scegliere di volta in volta gli episodi migliori da dare alle stampe. Se anche Ryan Adams avesse seguito questo tipo di istinto probabilmente avrebbe una discografia ampia la metà , costituita da sole eccellenze, ma questa è un’altra storia. Il paradosso è che M. Ward ha ricevuto più riconoscimenti per quanto fatto con Zooey Deschanel (ospite nel disco assieme ad un discreto elenco di nomi tra cui Howe Gelb e John Parish) nel progetto She & Him che, per quanto apprezzabile, non raggiunge le vette della produzione solista. Ben venga questa “notorietà “, perchè i meriti sono tanti, prima fra tutti la capacità di emozionare nel profondo e poi farti alzare dalla sedia a suon di rock anni ’50. Già , è un amore dichiarato quello nei confronti di un certo tipo di sonorità che si rispecchia nella scelta vincente di reinterpretare con la bella Zooey quella “I Get Ideas”, interpretata in passato anche da Peggy Lee e Louis Armstrong.
Un disco per gli umori ideali di ogni amante di pop, vorticosamente proiettati in acquerelli al sapor di miele, sfumando di tanto in tanto negli aromi della più lucente di tutte le primavere possibili. E non poteva esserci titolo migliore per il brano che chiude in bellezza questa piacevolissima cavalcata: “Pure Joy”. Credeteci, è davvero così.