Nella scena indie italiana, Dario Brunori è diventato uno dei nomi di maggiore spicco. Sopratutto dopo la pubblicazione di “Vol.2 – Poveri Cristi”, sua seconda fatica, che oltre al consenso della critica, ha visto accrescere il numero di pubblico presente ai suoi concerti. Vederlo suonare per la prima volta, sul palcoscenico del San Lorenzo Estate (presso la rassegna musicale Super Santo’s Festival), è qualcosa che andava fatto. Ancor di più quando ho scoperto la presenza di Antonio Di Martino, per la sua prima data estiva nella capitale per presentare il suo ultimo disco “Sarebbe Bello Non Lasciarsi Mai, Ma Abbandonarsi Ogni Tanto è Utile”(qui trovate la recensione), non ho saputo resistere. Ammetto che la mia curiosità maggiore, poggiava sull’esibizione dal vivo del cantautore palermitano. A tutt’oggi credo che DiMartino sia una delle proposte più interessanti nella nuova scena italiana, ma purtroppo ancora poco conosciuta ai tanti giunti sin qui per vedere suonare la Brunori Sas.
Quando sono le 21 e 30, sale puntuale sul palcoscenico DiMartino assieme alla sua band. Il pubblico, circa una settantina di persone o poco più, è composto da qualche conoscitore del cantautore palermitano e molti ascoltatori occasionali (tra cui qualche chiacchierone di troppo). Antonio impugna il basso, ed è accompagnato da una line up essenziale (alla tastiera e batteria). L’inizio del concerto è affidato proprio a due brani dalla sua ultima fatica, “Venga Il Tuo Regno” e “Non Ho Più Voglia Di Imparare”, eseguite in una versione più asciutta ma convincente allo stesso tempo. “La Penultima Cena” viene arricchita con la presenza sul palco del sax di Mirko Onofrio. Poi è il turno della strumentale “La Lavagna è Sporca” ed una coinvolgente “Cercasi Anima”, che scaldano il pubblico. Degli echi di bambini tra urla e risate apre “Non Siamo Gli Alberi”, mentre con “Amore Sociale” abbiamo la prima apparizione di Dario Brunori sul palco. Che poi continua, suonando il basso e cantando assieme a DiMartino, una versione intensa di “Maledetto Autunno”, molto applaudita dai presenti. L’atmosfera sembra riscaldarsi ancora di più nel successivo pezzo, “Piccoli Peccati”, in una versione rovente e trascinante. Poi giunge il finale del concerto, con l’ipnotica “Ormani Siamo Troppo Giovani” e con “Cambio Idea” che chiude questa breve esibizione (durata circa 40 minuti) di DiMartino.
è trascorsa quasi un’ora dall’inizio della serata, che risale sul palco Dario Brunori, seguito dalla sua band. Il pubblico nel frattempo è diventato molto numeroso, anche a mia sorpresa. Si parte col brano “Fra Milioni Di Stelle”, ed inizia la festa per tutti i presenti accorsi sin qui per vedere la Brunori Sas all’opera. “Come Stai” viene scandita dal ritmo degli applausi degli spettatori. La leggerezza del suono della Brunori Sas, con questa estate alle porte, si abbina alla perfezione all’atmosfera. Con “Paolo” ne ho subito una conferma immediata, ma sopratutto con “Animal Colletti”, dove si aggiunge la collaborazione di DiMartino, in una versione infuocata. Dario Brunori riesce ad intrattenere il pubblico non solo con la musica. Spesso durante il concerto, scherza con i presenti con il suo modo di fare, ed il pubblico apprezza. “Una Domenica Notte” porta con se una brezza di malinconia, che continua (anche se più ritmata) con “Tre Capelli Sul Comò”. Momenti di esaltazione giungono con “Italian Dandy”, uno dei pezzi più amati dal pubblico. Poi arriva il turno di “Amore Con Riserva” (tratto dalla colonna sonora ” è Nata Una Star?”) e “L’Imprenditore”. Dopo il giro di presentazione della band inizia il valzer de “La Mosca” e l’applautissima “Lei, Lui e Firenze”.
Piccolo break di pochi minuti e si riparte per con un nuovo duetto con Di Martino per “Il Pugile”. La location particolare, con alle spalle il cimitero del Verano, porta Dario Brunori a citare Rino Gaetano, con cui avrebbe desiderato duettare nel brano successivo, “Rosa”, eloquente omaggio alla musica del cantautore scomparso. La versione live del pezzo non delude le aspettative ed infervora il pubblico e tutti quelli sul palcoscenico. Braccia alzate ed un canto all’unisono seguono il pezzo “Guardia ’82” che sembra voler chiudere la serata. Ma il pubblico numeroso non nè vuole sapere di andarsene via. Ed eccoli risalire sul palco, per questo ultimo bis con una versione collettiva de “Il Tuo Sorriso”, suonata assieme anche alla band di DiMartino. Poi arrivano i saluti, quelli veri. Un’esibizione durata un’ora e mezza, in cui la Brunori Sas non si è risparmiata per niente. Ed in cui la mia curiosità sulla bravura, già appurata sui dischi, viene soddisfatta da questa esibizione dal vivo. Bella serata, bella gente, bei concerti.