Negli anni trascorsi da “L’altra educazione” i Surgery hanno manipolato l’estetica della formazione stringendo nuove alleanze con suoni e artisti, ridisegnando le maschere della scena con il maestro degli effetti speciali Sergio Stivaletti. Ma l’etica nichilista e rabbiosa che da sempre pervade il gruppo rimane invariata perchè continua a cantare le vesti putride degli imperi globali, delle illusioni più intime. Assurdi vizi e vecchi rimorsi si arricchiscono dell’esperienza di Daniele Coccia all’interno di quel buio progetto anarchico e aniclericale che è Il muro del canto.
La diretta conseguenza di questa esperienza del frontman è l’adattamento elettronico del poema-canzone “Il galeone” di Belgrado Pedrini, o il brano “La ballata dei caduti”( in collaborazione con Eric Caldironi). Operazioni coraggiose che conferiscono al nuovo album un’apertura sonora che travalica le aspettative e supera il passato EBM .
Le tradizionali notti costruite con chitarre in grando di devastare i contemporanei ritmi industriali si ampliano nel dubstep e nel noise di “Mercalli”, dove parole taciute divengono grida. Mentre ci si risveglia tra le pieghe dell’orrore più classico in cui riemergono visi morti, come nell’inglese “Eye for an eye” o nei remix curati da Thomas Reiner e Sebastian Komor. Solo quando verrà la morte il muro di suono dei Surgery potrà frantumarsi. Il dolore vivo cesserà di gridare e dalla bellezza sospesa nella grandine dell’ “Habitat’ cibernetico” ‘scenderemo nel gorgo muti’.