In un’altra recensione avevo scritto che, secondo me, Damon Albarn è un genio. E “Dr. Dee” è un’ulteriore prova del suo talento totale. Non è un album in senso stretto, ma un’opera musicale andata in scena a Manchester, ispirata alla vita del matematico John Dee, consigliere della regina Elisabetta I e scritto con il regista Rufus Norris, con l’accompagnamento musicale di una “robetta” come l’Orchestra Filarmonica della BBC.
Ha provato a sorprendere il suo pubblico e probabilmente anche chi non si aspettava fosse in grado di fare qualcosa del genere, e ci è riuscito in pieno. Ormai lontano anni luce dagli esordi pop dei Blur, dopo altri progetti tutti riuscitissimi nei più svariati generi musicali l’incursione di Damon in questo nuovo terreno convince.
Ovviamente non bisogna aspettarsi nulla di quanto siamo stati abituati, non c’è traccia di Gorillaz nè tantomeno echi della banda dell’Essex. Ovviamente c’è qualche sbavatura lungo lo scorrere del disco, ma nel complesso il tutto convince e coglie nel segno. Un viaggio nell’Inghilterra del Seicento accompagnato dalle composizioni di uno dei musicisti più eclettici e validi che il Regno Unito abbia mai partorito. Adesso aspettiamo la sua scelta: torneranno in vita i Blur, i Gorillaz avranno ancora qualcosa da dire”…oppure tutto cambierà di nuovo? Ai posteri l’ardua sentenza.