Giovanissimi (nessuno sopra i 21 anni ha partecipato nella realizzazione di quest’album recita una nota sul loro bandcamp), canadesi, con il cuore rivolto ai più recenti e ispirati sound hip-hop ed elettronici e con una già notevole preparazione tecnica e compositiva di dichiarata impronta jazz, i tre BANGBANGNOTGOOD sono probabilmente uno degli act più interessanti nell’ottica di una black music sincretica e futuribile.
Il trio si è conosciuto all’Humber College di Toronto e ha richiamato l’attenzione del grande pubblico con alcune performance in cui venivano rielaborati brani del collettivo californiano OFWGKTA e, dopo un primo notevole album di sole cover, ha anche registrato una fantastica live-session con il leader della succitata e chiacchieratissima crew Tyler, the Creator.
Il 2012 li vede tornare alla ribalta con un secondo disco che, oltre a varie cover (il solito Tyler, il suo giovane e ribelle compagno di Gang Earl, la conterranea Feist, persino James Blake e Kanye West), offre le prime felici prove di scrittura dei tre e garantisce loro la prestigiosa nomina di resident jazz band al Coachella Festival (supportando, tra l’altro, il promettente Frank Ocean durante le sue esibizioni).
Il sophomore album (intitolato semplicemente “BBNG2”) è la definitiva consacrazione per il trio torontoniano, nonostante non abbia il supporto di alcuna label ed esca, ancora una volta, liberamente scaricabile sul web. L’apertura è affidata alla personale interpretazione di “Earl”: il basso s’inerpica distorto mentre il sax dell’ospite Leland Whitty ruggisce furioso e libero. Segue l’accademica e toccante rilettura di “Limit to Your Love” che, insieme al rabbioso e cupo medley “Bastard/Lemonade” (Tyler/Gucci Mane), va sicuramente annoverata tra i vertici del disco.
Ma già era nota la maestria nel donare nuove vesti ad opere altrui, dunque stupisce maggiormente la padronanza degli strumenti e delle partiture nei brani autografi: “Rotten Decay” si culla in un’oscurità sincopata, mentre “Vices” affonda in paludi di matrice post-rock, “CHSTR” rilegge ispirazioni soulstep con un occhio rivolto al jazz elettrico di Miles Davis e “UMW” riporta sulla scena il sax di Leland Whitty, questa volta meno irruente e più atmosferico. Chiude questo prezioso lavoro “You Made Me Realise”, infervorata escursione math in compagnia della chitarra di Luan Phung.
Difficile non entusiasmarsi di fronte a un tale album: ricco d’inventiva e suonato meravigliosamente; mi sbilancio sapendo di farlo, ma “BBNG” è (non solo) uno degli album dell’anno.
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2. Vices
3. Rotten Decay
4. Limit to Your Love
5. Bastard/Lemonade
6. CHSTR
7. UWM
8. DMZ
9. CMYK
10. Flashing Lights
11. You Made Me Realise
Ascolta “BBNG2”