Rue Royale
Guide To An Escape

Il folk pop è uno di quei generi che solitamente si affianca a tanti aggettivi, per lo più vagamente poetici, tendenzialmente diabetici, rischiando di cadere nello stucchevole ancor prima di arrivare al primo ascolto. I Rue Royale sono un duo che si accaparrerebbe una sfilza di attributi caramellosi, se non altro grazie al minimalismo esasperato da una chitarra acustica, l’intreccio di voci maschile e femminile dei coniugi Brooklyn e Ruth Dekker. Come Memoryhouse, Summercamp e Mark Lanegan & Isobel Campbell (coppia a dir poco inusuale), i Rue Royale ripropongono l’accoppiata accattivante di pop e nu-folk, rilasciando per la Sinnibus Records il debutto “Guide To An Escape”.

Fortunatamente le atmosfere sono sognanti, contemplative e malinconiche (soprattutto quando sei in pieno agosto e ti trovi nella nebulosa Inghilterra) ma comunque coinvolgenti. Sarà  il gioco di echi, sarà  l’uso, sebbene moderato, di richiami elettronici, ma il disco riesce a dimostrare una certa corposità , anche grazie allo spirito a là  Grace Slick che accompagna la voce delicata ma ferrea di Ruth (“Halfawy Blind”). La controparte maschile dal canto suo accompagna e intreccia gli archi, i quali enfatizzano la gravosità  di brani in cui partecipa da (quasi) solista (“Knocked Back to the Start”). L’anima folk e virtuosa molto Jonathan Wilson-iana riemerge in brani come “Crater”, dove la chitarra si lancia in riff accattivanti e trascinanti, mentre cembali e lacrimucce condiscono canzoni più laconiche (“Flightline”, “Blame”).

Un mix perfetto tra quel bedroom-pop timido (il cui nome ha una certa ambivalenza sarcastica, ma sorvoliamo) e un folk improvvisato che strizza l’occhio ai Fleetwood Mac, incentrato soprattutto su giochi di echi voci e chitarre. Un mix di sentimenti che oscillano tra lo sbuffare davanti ad una tazza di thè bollente e battere il piede sotto il tavolo a ritmo di musica (vedi la trascinante “We’ll go on alright”). Undici brani di folk pop più che dolce, agro-dolce. Da amare.