Ma che bel disco ha prodotto Frei! Conosciuto un anno fa per la sua partecipazione a Musicultura (quest’anno ci riproverà : in bocca la lupo), dove risultò tra i finalisti con una canzone che non ricordo, e autore di un album d’esordio che non ho ascoltato (vittima del mordi e getta di questi anni), oggi pago il mio debito con lui.
“2013: Odissea nello spiazzo” è un lavoro fresco e ben fatto, di pop d’autore, capace del giusto equilibrio tra autorevolezza e leggerezza. Degno figlio della canzone italiana alla quale si deve essere ampiamente e giustamente abbeverato (non finirò mai di ripetere che la nostra tradizione “leggera” è un tesoro dal valore inestimabile, in primo luogo perchè snobbato), ma con un gusto chitarristico rivolto ad Albione; i richiami sono molteplici e si va dai più chiari come Lucio Dalla, Roberto Vecchioni e Lucio Battisti (per questo in alcuni brani si posso sentire echi del primo Dente) a quelli più velati, magari pure inconsapevoli, come De Gregori (in certa metrica), Guccini (dei ’70) e Gaber (dei ’60). Il gioco dei rimandi è comodo per il recensore quanto antipatico talvolta per l’artista e dunque mi fermo, anche perchè Frei non è solo gli ascolti fatti o attribuiti ma è pure un autore capace e il suo disco sta qui a testimoniarlo, sa conquistare con le sue storie (“L’Universo da qui”, perla), nelle quali non è difficile riconoscersi (“Le mie manie”, “Scappo da casa tua”) e che rimangono impresse, che fischietti quando non ti fai la barba. In fondo la magia della musica leggera sta tutta qui e non serve aver letto Calvino per capire che è una cosa buona, ma certamente aiuta per opporsi ai paladini dell’inintelligibilità a tutti i costi, della pesantezza come sinonimo forzato di cultura.
cosa più difficile nonchè utile è oggi farsi capire, parlare chiaro senza cadere nel populismo, ovvio, è nell’artificio criptico che si nasconde il male. Quindi Frei: buono. La scelta di titolo dell’album (anonimo, scontato) e dell’immagine di copertina (imbarazzante dalla scelta degli abiti fino all’ambientazione, per tacere della fotografia): male.
Anche questo come da tradizione, peccato veniale ma che può costare in termini di visibilità .
2. Angela
3. Le mie manie
4. L’universo da qui
5. Scappo da casa tua
6. Ho visto gli alieni
7. Se solo se
8. Un minuto, un anno luce
9. La notte
10. Ovunque mi porti