A loro piace svolazzare sulle strade del neo-prog ma sono indelebilmente “macchiati” nell’anima dal destino sonico della fu Madchester, di quella nuvola nera micidiale e sbalorditiva che ha fatto diatonica e cameristica virtù nel rockerama mondiale, è praticamente come un bel malessere benefico dal quale nessuno ““ di chi sia stato divinamente plagiato da quegli anni ““ si può sottrarre. Gli Amplifier di Manchester hanno preso quasi tutto dal clima mancuniano, ma in questo bel quarto album “Echo Street” ““ finalmente in uscita per Kscope – si fanno “larghi nelle atmosfere”, dilatano a dismisura traiettorie e gittate per approdare a languidumi Floydiani, abbracciano range psichedelici con barlumi pop lussuosi, una produzione con tanti colori di suoni e stili che avvolge velocemente.

Tutti i suoni e relativi impulsi sono in bella mostra, un disco di piacevole lettura, che lascia a terra tutte quelle inutili zavorre rock forzate per spiccare l’alto, tra estro ed eclettismo, con intelligenti commistioni spacey “The wheel”, “Mary Rose”, Pink Floyd e Hawkwind che si impollinano teneramente “Extra vehicular” ed una direzione vocale che va a pindarizzarsi su atmosfere Yes “Paris in the springs” o rive prog di stampo Genesis “Where the river goes”; una band che ama trascorrere le partiture in miniature trasognate e soluzioni ariose, molto più concentrate che negli esordi, forse una interiorizzazione o magari una grammatica vitale aggiornata, fatto sta che l’incanto totale che poi si va a stringere completa un fabbisogno generale di rifinita espressionistica che non gira da queste parti quasi mai.

Un nuovo trip da prendere di striscio? A sentire l’openeir “Matmos” pare proprio di si!

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Echo Street
[ Amcorp Industries/Kscope – 2013 ]
Similar Artist: L’interiore vezzo melodico tra la Madchester Life ed un blù cobalto.

Rating:

1. Matmos
2. The wheel
3. Extra vehicular
4. Where the river goes
5. Paris in the spring
6. Between today and yesterday
7. Echo street
8. Mary Rose