Gli Shinedown si collocano perfettamente tra le band del nuovo millennio, riconoscibili in un genere a metà tra punk e metal, fortemente votato al “pop”.
Questo rende l’ascolto di Amaryllis interessante sia per il piu integerrimo dei metallari che per il più convinto dei punkettoni. Il punto di forza dell’ album infatti, è la sua impropria versatilità : le chitarre distorte saranno un must per la maggior parte delle 12 tracce, ma a rendere l’ album mainstream (Il singolo “Amaryllis” ad esempio è stato 2 ° nella “Virgin Radio Chart”) sarà il numero di (power) ballads, capaci di improntare un taglio molto adolescenziale all’ album. L’ utilizzo di questa formula, fatta propria negli ultimi anni da gruppi come “Puddle Of Mudd” e “Black Stone Cherry”, fa degli Shinedown una band bene inquadrata, che sostanzialmente non ha introdotto alcun tipo di concetto nuovo alla propria discografia. Ma l’ album funziona, eccome se funziona, perche i pezzi ci sono e sono forti.
La critica più datata perciò premerà sulla mancanza di ricerca musicale; quella più fresca celebrerà la capacità di aver tirato fuori un album di buon rock capace di scalare le classifiche. Chi ha ragione? L’ uno, l’ altro, nessuno, entrambi? Chi può dirlo. Di certo tutti saranno d’accordo che questa è una band capace di scatenare il piu selvaggio degli “headbanging” e solo una manciata di minuti dopo, farti perdere nel più toccante dei ricordi. Non male no?