Esistono molte teorie sullo svolgersi della storia, c’è chi parla di cicli (i “corsi e ricorsi” di Giambattista Vico) e chi invece vede il susseguirsi degli anni come un progresso, una linea che avanza nel tempo. Personalmente ho sempre apprezzato assai la tesi delle tre età del pittore e storico dell’arte Giorgio Vasari, ma non siamo qui a disquisire di filosofia della storia; credo però che i sostenitori della visione circolare possano trovare, in musica, buoni riscontri. Specialmente nel mondo del rock è palese il ritornare di certi suoni e fenomeni, mentre l’elettronica tende spesso a svilupparsi orizzontalmente. Fa eccezione la house, che vive periodicamente dei ritorni alle origini, in cui, oltre le derive commerciali e gli affondi deep o acid, si riscoprono le origini nerissime e la passione per un sound insieme elegante ed irresistibile.
C’era stato qualche indizio che si stesse avvicinando uno di quei momenti (in territorio wonky Monolithium e Steven Smirney sembravano filirtare con l’house, la passione di Skream è più che dichiarata e il singolo “1991” di Urulu era ben più che un indizio), ma la conferma arriva proprio dall’Italia con Broke One, producer coccolato dalle più prestigiose riviste internazionali e cresciuto in quella meravigliosa fucina di talenti che è la Red Bull Music Academy.
Il nuovo ep, intitolato “Waiting Lines”, esce per l’olandese Bmkltsch Records e conta soltanto tre tracce, una più perfetta dell’altra: si parte con la grinta soul più cassa dritta dell’iniziale “You’ll Be Mine” e si prosegue con una “Polar Opposites” maggiormente ambientale e stratificata, ma altrettanto esemplare e potente. Chiude il lavoro “Gravity”: magnifico affondo black, implacabile nel climax e suadente nelle atmosfere.
Se questo è quello che ci aspetta nella club-culture del futuro noi siam già pronti a ballare e Broke One è il perfetto sacerdote di una musica che pesca nelle origini ma suona avveniristica e contemporaneamente classica.
- Website
- BUY HERE
2. Polar Opposites
3. Gravity