La storia dei Rose Windows è cominciata in una casa come tante del Central District di Seattle, per merito del chitarrista e compositore Chris Cheveyo. Stanco delle limitazioni imposte dal suo precedente progetto post rock, sognava una band capace di unire tutte le sue passioni musicali: la vena blues dei Black Sabbath, i Doors, la visionarietà di Frank Zappa e il misticismo della musica orientale. Amori condivisi dai tanti amici che frequentavano quella casa, e che hanno finito per entrare in un gruppo che presto si è trasformato in una sorta di famiglia molto allargata. Sette i membri fissi, cui spesso se ne aggiungono altri.
Ascoltando “The Sun Dogs” e andando oltre la sua colorata copertina in stile Klimt però, più dei cieli scuri e della pioggia costante tipiche della Città Smeraldo, vengono in mente i grandi spazi e i deserti dell’ “altra” America. E’ rock psichedelico quello dei Rose Windows, un rock ritmico e massiccio che spesso si colora di folk, guarda al passato e pesca a piene mani dagli anni sessanta in “Heavenly Days” e “Indian Summer”, giocando con l’immaginario blues in quella “Walkin’ With A Woman” che rielabora il vecchio adagio del diavolo tentatore con le tasche piene d’oro e promesse. Chitarre e organo si fondono con basso, batteria e strumenti inaspettati come flauto e violoncello; la voce ispirata ed esotica di Rabia Shaheen Qazi prova a mettere d’accordo Oriente e Occidente (in “This Shroud” più che altrove). I testi sono oscuri e esoterici, parlano di amori che finiscono tragicamente (“Wartime Lovers”), vendette e rivoluzioni, religione e capitalismo, di guerrieri dello spirito che circondano l’accampamento nemico cantando “death will come sweetly” (“Native Dreams”). Il sogno hippie è finito, l’unica cosa che resta è la speranza di ricominciare da zero espressa nelle righe finali di “The Sun Dogs II / Coda” (“we’ll go running to the temples / were life is just a dollar sign / and raze the beast for all of his crimes and start anew”).
Se fosse una moda, la musica dei Rose Windows sarebbe un vintage riveduto e corretto, l’equivalente del salire in soffitta a cercare gli abiti di mamme e nonne che sono tornati improvvisamente in auge. Cheveyo e soci lo sanno perfettamente, e non se ne vergognano. Perchè nella moda, come nella musica, non conta solo il vestito ma anche chi lo indossa. E i sette di Seattle hanno abbastanza personalità per procedere a testa alta.
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2. Native Dreams
3. Heavenly Days
4. Walkin’ With A Woman
5. Seasons Of Serpent
6. Wartime Lovers
7. Indian Summer
8. This Shroud
9. The Sun Dogs II / Coda