Sono passati due anni da “GB City” e molto è cambiato nel mondo dei Bass Drum Of Death. Quel duo di impertinenti ragazzacci del Mississipi, affamato di chilometri e successo, ha fatto molta strada aprendo i concerti di gente come Black Rebel Motorcycle Club e Japandroids. Perdendo qualche membro (il batterista Colin Sneed, ora in forza agli Unwed Teenage Mothers) in una formazione che col tempo è diventata sempre più ballerina, ampliandosi nei live fino alle odierne due chitarre e batteria. Nuova anche l’etichetta discografica, con l’Innovative Leisure che ha preso il posto della Fat Possum. Al centro di tutto questo caos il frontman John Barrett, inamovibile deus ex machina della situazione, che almeno stavolta non potrà  essere accusato dai superiori di essere un impiegato svogliato e inconcludente.

“Bass Drum Of Death” è stato registrato riducendo i costi al minimo. Attitudine lo-fi e lunghe sedute su Garageband per limare quei riff nervosi, ripetuti, sporchi e accattivanti, distorti e vitali che Barrett crea con disarmante facilità . E se la brillantezza allucinata e chimica di “GB City” ricordava i primi Stooges con qualche dettaglio à  la Black Keys, questo disco numero due si colora di un garage rock con qualcosa di californiano (sarà  “colpa” degli “oh oh oh” di “Shattered Me”? o degli “uh uh uh” di “White Fright” e “Fine Lies”? o magari degli “ah ah ah” di “Crawling After You”?). Ritmi vicini a quelli di King Tuff o di un Mikal Cronin con i jeans un filo più sdruciti e scoloriti. Canzoni nevrotiche che ti si appiccicano addosso come una gomma da masticare alla scarpa e fanno tornare la mente a quei corridoi di liceo della profonda provincia americana dove si gioca l’eterna partita tra cheerleaders e outsiders, posti che John ha dimostrato di saper descrivere così bene in passato. Però qualcosa di diverso c’è. Come se il ragazzo di un tempo fosse tornato tra quelle mura ormai diplomato e vedesse tutto con occhi diversi. Lo sguardo più amaro e distaccato, anche se non certo benevolo, di chi è andato avanti. Ma non ha dimenticato quelle situazioni incasinate come dimostrano “Such A Bore” e “I Wanna Be Forgotten”, pezzi che più degli altri ricordano l’esordio “GB City”.

Lasciata alle spalle la “Bad Reputation” del passato, John sembra aver trovato una via d’uscita alle sue ossessioni di teenager. Ma se credete che abbia esorcizzato tutti i suoi demoni, come lascerebbe pensare “No Demons”, siete fuori strada. O meglio: “You’ll Never Be So Wrong””…

Bass Drum Of Death
[ Innovative Leisure – 2013]
Genere: garage rock
Rating:
1. I Wanna Be Forgotten
2. Fine Lies
3. Shattered Me
4. Such A Bore
5. No Demons
6. Bad Reputation
7. Faces Of The Wind
8. Crawling After You
9. White Fright
10. Way Out
11. (You’ll Never Be) So Wrong