Appena diciannove anni e un esordio sulla lunga distanza (pubblicato esattamente nel giorno del proprio compleanno) tanto atteso, complici l’ottimo singolo “Rock Bottom” (non incluso nell’album) e i featuring nel recente ed eccezionale lavoro dei connazionali Mount Kimbie: Archy Marshall sforna dunque “6 Feet Beneath the Moon” a nome King Krule dopo i trascorsi con altri alias (di cui Zoo Kid è il più famoso) e si conferma come una delle sorprese più calde di questo 2013.

Con il suo vocione caldo e impastato dalle birre e dalle paglie King Krule s’inserisce in quel filone di cantori metropolitani che la fertile terra d’Albione ha sempre prodotto, da Joe Strummer fino a Mike Skinner (The Streets): perfettamente inserito in quella tradizione, il nostro appare comunque figlio di questi travagliati giorni e la sua musica spazia dal brit-rock più classico a piccoli divertissement pop-punk, da incursioni nell’hip-hop (più vicino ai coetanei americani della Odd Future Gang che a grandi nomi britannici come Dizzee Rascal o Wiley) a quel gusto soul contemporaneo ed elettronico che proprio in Inghilterra ha trovato uno dei suoi maggiori (e più sopravvalutati) esponenti.

L’apertura, affidata al breve blues “Easy Easy” (scelta anche come singolo), ci proietta in un mondo di chitarre cigolanti, ma la successiva “Border Line” ci mostra subita l’irresistibile vena compositiva del giovane Archy: “Has This Hit?” srotola un tappeto strumentale scarno ed essenziale per l’importante interpretazione vocale mentre “Foreign 2” è impreziosita da un’evocativa battito elettronico. Il romanticismo s’impossessa della vellutata “Baby Blue”, “Cementality” accorda desolazione tra musica e parole, mentre “A Lizard State” alza finalmente i volumi della chitarre (e King Krule, col suo cantato roco si avvicina pericolosamente al californiano Tyler).
Ma il meglio arriva sul finale del disco: la splendida ninna-nanna post-contemporanea di “Neptune Estate”, la policroma “The Krockadile”, l’ottima “Out Getting Ribs” e l’hip-hop jazzato della conclusiva “Bathed in Grey” sono forse le vette di un disco che ripaga appieno ogni aspettativa.

Bisogna ammettere che, col passare degli ascolti, il disco perde leggermente la sua forza iniziale, rimane però la forte personalità  di King Krule e la semplice ma felicissima solidità  delle quattordici tracce di “6 Feet Beneath the Moon”: un esordio da custodire gelosamente, nella speranza che anche il futuro sia altrettanto roseo.

6 Feet Beneath The Moon
[ XL – 2013]
Genere: The Clash, Blur, The Smiths, Bruce Springsteen, Frank Ocean, Mount Kimbiealt-rock, blues-rock, dubstep, soul, songwriting
Rating:
1. Easy Easy
2. Border Line
3. Has This Hit?
4. Foreign 2
5. Ceiling
6. Baby Blue
7. Cementality
8. A Lizard State
9. Will I Come
10. Ocean Bed
11. Neptune Estate
12. The Krockadile
13. Out Getting Ribs
14. Bathed in Grey