Il progetto iamamiwhoami ha rappresentato un caso pressochè unico negli ultimi anni della sfera musicale indipendente, apparentemente più per la geniale strategia di vendita che per la musica in sè. Come la svedese Jonna Lee sia riuscita, tramite una martellante e misteriosa campagna virale, a passare dall’anonimato di un folk-pop senza grandi prospettive di successo alla ribalta della blogosfera internazionale, dei numerosi festival musicali a cui ha preso parte e dei tanti ascoltatori è ormai cosa nota. Un piano di vendita coi fiocchi, talmente tanto intelligente da essere riuscito a ritorcersi contro nel momento in cui è stato interrotto, ormai da più di un anno. Finita la campagna promozionale di “Kin” nulla si è più saputo del collettivo svedese, salvo la gradita pubblicazione del primo materiale pubblicato tra il 2010 e l’inizio del 2012.

Sembra quasi strano insomma stare a parlare oggi, a più di tre anni di distanza dalla pubblicazione del primo singolo su iTunes, di quei primi nove brani realizzati nell’arco di più di un anno, accompagnati alla prima saga videomusicale, parecchio tempo prima che Jonna Lee firmasse un contratto per la pubblicazione del primo album a nome iamamiwhoami. E fondamentalmente è proprio questo il problema di “bounty”, la mancanza di una campagna promozionale di livello, o di un tour di sponsorizzazione o quantomeno dell’aggiunta al pacchetto di materiale inedito (e ce ne sarebbe, tra i due brani rimasti inediti della prima performance live trasmessa in streaming online nell’inverno 2010, o la ballata lo-fi “+46 702 888 037” che veniva cantata direttamente dalla Lee al telefono di chi provasse a chiamarla via Skype in vista del primo concerto della band), insomma di una trovata capace di far ricordare al mondo l’esistenza di iamamiwhoami. Il massimo che si è riuscito ad ottenere è stata una manciata di remix del singolo “Y”.

è un peccato, poichè la genialità  della campagna mediatica di vendita non sarebbe andata poi così lontano se non supportata da musica e video di così alto livello. A distanza di tre anni il suono proposto non sembra ancora soffrire troppo il passare del tempo, forse perchè supportato da tali melodie, forse perchè inevitabilmente associato ai videoclip, piccoli capolavori presenti nel DVD in allegato al disco. Nonostante tutto ai posteri rimarrà  la musica, e “bounty” rimane un piccolo caso di perfezione pop. Di iamamiwhoami si ricorderà  questo, non di certo la costanza.

  • Website
  • BUY HERE
Bounty
[ Cooperative – 2013 ]
Genere: elettronica
Rating:
1. B
2. O
3. U-1
4. U-2
5. N
6. T
7. Y
8. ; John
9. Clumps