La prima domanda che ci viene prendendo in mano il cd di questi Hookworms è, ma chi sono questi? Già  questo è un interrogativo destinato a rimanere tale, in un mondo dove tutti sanno tutto di tutti, di questi 5 ragazzi provenienti da Leeds, abbiamo le sole iniziali: MB, JN, MJ, SS, JW. Che la vanità  non sia il loro punto di forza è evidente anche dalla scelta del nome, visto che gli Anchilostomi sono dei repellenti parassiti intestinali. Post-punk? Hardcore? Psichedelia? Un poco di tutto questo, un genere che viene definito, per chi ama la schedatura della musica, come psycho-rock, unica certezza che abbiamo, questo è il loro primo cd completo.

I primi 3 minuti della track iniziale, “Away/Towards”, partono in sordina ed ingannano l’ignaro ascoltatore invitandolo ad aumentare il volume, un errore che pagheremo a caro prezzo perchè nulla lascia presagire l’improvvisa tempesta di suoni che ci assalgono. Un insieme di chitarre furibonde suonano come lame di acciaio che tagliano l’aria, la ritmica è una tavola di marmo levigata e afrodisiaca che ci lascia stupefatti, un pezzo di quasi 9 minuti che passano senza un attimo di noia. La seguente “Form & Function” è una entusiasmante galoppata a suon di rullanti e pennate furiose che dipingono panorami di potenza ed armonia, la voce del singer è un’ascia tagliente che si compone quadri d’autore di puro psych-rock su un tappeto di tastiere che arricchiscono il tessuto musicale di preziosi dettagli. Questi ragazzi non finiscono di stupirci e la 4 traccia, “In our time”, è una lenta ballata dai toni scuri e sognanti che ci porta in panorami di serate al chiaro di luna con il sottofondo di una sezione ritmica predominante e le tastiere a disegnare vampate di calore. La seguente “Since we have changed” è la cavalcata adatta per i Cavalieri della Falce, tenebrosa ed angosciante passeggiata strumentale tra boschi rinsecchiti e suoni tirati all’estremo, soffici arpeggi di chitarra ci danno speranza di uscire da questo tunnel magnetico che ci si incolla addosso e ci trattiene. Fuggiamo verso il sesto brano, “Preservation”, psichedelia allo stato puro, allucinazioni sonore che non ci lasciano scampo, urla di disperazione su un torrente di note che esce come una furia, niente Wall of Sound qui, ogni strumento è chiaramente percepibile ed indentificabile. “What we talk about” ci lascia intendere che non tutto è finito, c’è ancora speranza di riscatto per gli ascoltatori di “Pearl Mystic”, voce sognante su trame di chitarre pizzicate con delicatezza e cori inusuali ci dondolano teneramente in un cielo blu. Le tracce 3, 7 e 8 chiamate semplicemente “I, II, III,” sono solo dei trait d’union il cui senso è l’ennesimo mistero secreto dagli Hookworms.

Un album sorprendente, malgrado l’inusitata lunghezza di alcuni pezzi e la presenza di altri che sono semplici ponti fra un brano e l’altro, abbiamo una varietà  di generi che ci lascia la possibilità  di annoiarci. Altalenarsi di suoni, pezzi veloci e lente ballate, suoni decisi senza spigolosità , per restare sui nomi più noti siamo tra Tame Impala e Wooden Shjips, uno psycho-rock che ci tiene compagnia in maniera più che piacevole. Questi 5 ragazzi saranno anche l’icona dell’anti-protagonismo, ma se questo deve a concentrare l’attenzione su come suonano i loro strumenti e come interpretano la musica, ammettiamo tranquillamente che l’obbiettivo è pienamente centrato.

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Pearl Mystic
[ Gringo – 2013 ]
Genere: psych rock
Rating:
1. Away/Towards
2. Form & Function
3. I
4. In Our Time
5. Since We Have Changed
6. Preservation
7. II
8. What We Talk About
9. III