Brain
Brainstorm II

Di Brain vi avevamo parlato oramai quattro anni fa, all’epoca del suo esordio solista: nel frattempo sono successe molte cose nella vita del rapper bolognese. Per esempio è divenuto padre e, in campo musicale, ha continuato la sua attività  col collettivo belga-bolognese Fuoco Negli Occhi ed ha anche realizzato un interessante mixtape uscito durante il 2012.

Il nuovo capitolo della saga Brainstorm prosegue sulla falsariga del suo predecessore: si tratta nuovamente di un album strutturato concettualmente, un viaggio all’interno della psiche del suo autore. Cambiano però le coordinate musicali: se quello del 2010 era un album molto classico, dai forti accenti soul e jazzy, questa volta i beat sono più vari e massicci, capaci di muoversi abilmente tra ortodossia e gusto elettronico. Si distinguono sul primo versante le collaborazioni con la moglie e soul-singer Micha Soul (la titletrack e l’autoironica “V.I.P.”), mentre sul secondo eccellono sicuramente i sentori orientali di “Carta & Penna” (con il bravissimo conterraneo Claver Gold), le distorsioni di “Insect Appeal” (con il beniamino Francesco Paura e il marchigiano Rischio) e l’inedito campione dei Lamb nella breve e letteraria “Il Regalo di Vincent”.

Numerosissimi, si è capito, i featuring: il livello però è sempre eccellente e i diversi stili si compenetrano (come dimostra la sghemba e asciutta “Domilafasi” con la crew pesarese Kmaiuscola o le potenti tracce con E-Green o il duo Madbuddy & Kiave) nel tentativo, perfettamente riuscito, di esaltare il meglio da ogni mc.

Anche quando Brain pecca di presunzione (l’omaggio a De Andrè di “Storia di un Impiegato”, l’ambizioso romanticismo metaforico del singolo “L’Uomo Sabbia”) i risultati son comunque di ottimo livello, a confermare la notevole ispirazione del talentuoso mc e il momento di grazia vissuto durante la realizzazione di questo “Brainstorm II”.

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