Prendete un tavolo, un portatile e la voglia di spaccare qualcosa.

Nel 2009 ci sono questi due ragazzi di Londra che girano un video d’amore che finisce male.
Male tipo che uno fa esplodere un palazzo. Guardatevi il video. Fa schifo. Ma vi lascia con un sorriso a pensare quanto si saranno divertiti.

I due ragazzi sono Roman Rappak e Adam Ainger e oltre a fare video suonano.
Formano un gruppo che chiamano Breton e nel 2010 giocano con la vernice e lo scotch e le forbici affilatissime per impacchettare 20 copie del loro primo EP, “Practical“.

Dopo quello ne fanno altri tre prima di uscire con il primo album nel 2012. “In Other People’s Problems” si sono sporcati le mani mettendo insieme tutto quello che gli veniva in mente dai quartetti d’archi ai sintetizzatori alle chitarre e le voci distorte e il risultato è eterogeneo ma vi lascia scivolare da una traccia all’altra domandandovi cosa stia succedendo come quando cerchi di indovinare gli ingredienti di un cocktail e riconosci una punta di Anticon, un retrogusto di Notwist, aromi di math-rock e un pezzo di Burial ti è rimasto tra i denti e poi la smetti di scervellarti e ne vuoi un altro giro.

A dicembre i ragazzi sono tornati con un nuovo singolo e un nuovo video, Envy. Anche in questo come nel primo video c’e un tizio al computer su un tavolo di legno. Lui è più maturo e anche a lui qualcosa è andato storto, ma tutto quello che riesce a fare è prendere a martellate il tavolo in slow motion.
Le riconosci le voci dei due ragazzi, e la loro passione per mischiare i generi, e il pezzo non è brutto ma ci rimani male.
Perchè sembra che adesso abbiano le mani pulite, sembra che non si siano divertiti poi così tanto e “War Room Stories” continua così senza sorprese tra tracce che non ti permettono più di bere nient’altro se non Breton annacquato.

Ci sono un paio di pezzi che forse sentirai in qualche locale (“Got well soon”, l’altro singolo/video che ha anticipato l’album, che naviga dove gli Hot Chip hanno varato “In our heads”; e “Brothers” che quando si decide a partire ti fa muovere un po’ i gomiti) e altri che ti fanno pensare a quando eri giovane e innamorato dei Faint (“Legs & Arms”) o dei Bloc Party (“National grid”, “Search party”) finchè non senti dei crescendo di archi e ottoni e ti ricordi che sei nel 2014 e Woodkid nel frattempo è passato a rovinare certi arrangiamenti a tutti perchè lui li ha fatti più epici e con più modelle.

Comunque. Forse mi aspettavo troppo. Forse gli effetti speciali brutti fatti male ma con spontaneità  piacciono solo a me e voi preferite i vasi di fiori che si rompono piano.
Forse “La Casa 2” vi è piaciuto più de “La Casa”. Allora questo album vi piacerà .
Io intanto aspetto che i due ragazzi inizino a lavorare a L’armata delle tenebre, e che facciano esplodere un tavolo, un portatile, un palazzo e qualcos’altro a vostra scelta.

War Room Stories
[ Cut Tooth/Believe – 2014 ]
Genere: indie rock, experimental rock, electronic
Rating:
1. Envy
2. S4
3. Legs & Arms
4. Got Well Soon
5. Closed Category
6. National Grid
7. Search Party
8. 302 Watchtowers
9. Brothers
10. Fifteen Minutes
11. Guard Duty (Bonus Track)
12. Treadmill (Bonus Track)