Aspettavo da troppo un nuovo disco dei Doves, una delle mie band britanniche contemporanee preferite, per lasciarmi sfuggire la possibilità di recensire il disco solista di Jimi Goodwin che ne è la voce e il basso. Se ho indugiato qualche altra settimana per mettere nero su bianco le mie impressioni sul disco è perchè mi costa un po’ di sforzo ammettere che “Odludek” è una mediocre raccolta di canzoni. Ci ho girato attorno, gli ho dato qualche passaggio in più nel lettore per mettere in discussione le mie prime impressioni che, ahimè, non sono cambiate.
Il nocciolo della questione è che nemmeno lui sembrava così convinto della strada da intraprendere ed ha preferito proporre una scaletta poco omogenea che bazzica da sonorità vicine alla band madre a momenti di pop plastificato ai limiti del cattivo gusto. Basti come esempio l’orribile arrangiamento di “Live Like A River”, così saturo di brutti suoni dal risultare fastidioso. Qualcosa di buono c’è, come la doppietta iniziale che non è da buttare o la piacevole “Hope” che sembra una rivisitazione in chiave più luminosa dei Doves degli esordi. C’è sempre qualche piccolo dettaglio un po’ stonato anche nei passaggi migliori, soprattutto nella sovrabbondanza di alcuni dettagli prescindibili; che sia una chitarra in più, un dettaglio sintetico o l’aggiunta di fiati, la sensazione di essere “accerchiati” dai suoni è sempre spiacevolmente presente.
Forse Jimi Goodwin voleva mettersi alla prova con un ventaglio piuttosto ampio di soluzioni ma non ha quasi mai trovato il focus delle composizioni. Inutile girarci intorno, “Odludek” mette in fila una doppia manciata di brani parecchio anonimi e raramente piacevoli. Una delusione in attesa di un cenno di vita dalla band che, vogliamo sperare, avrà un destino parecchio diverso da questo passaggio a vuoto.
2. Didsbury Girl
3. Live Like A River
4. Hope
5. Man v Dingo
6. Keep My Soul In Song
7. Oh! Whiskey
8. The Ghost Of The Empties
9. Lonely At The Drop
10. Panic Tree