I Bo Ningen vengono dal Giappone ma la loro personalissima America l’hanno trovata a Londra, città  che li ha adottati ormai da qualche anno. Taigen Kawabe (basso e voce), Yuki Tsujii (chitarra), Kohhei Matsuda (chitarra) e Monchan Monna (batteria) si sono ambientati in fretta. Il loro stravagante, urlatissimo psych rock contaminato da un pizzico di anarchia punk e sporcato di influenze noise e kraut è stato accolto come una piacevole novità  in una scena dominata da spesso anonime indie band. Concerto dopo concerto, sono stati in tanti a cadere preda del loro rumorosissimo incantesimo. E così i Bo Ningen, abbandonato in fretta lo scomodo ruolo di ultimi arrivati in città , hanno cominciato a collaborare con artisti di tutto rispetto: le Savages, un certo Damo Suzuki, i Faust.

La musica dei Bo Ningen si è sempre basata sull’improvvisazione e sul granitico affiatamento tra Tsujii, Matsuda, Kawabe e Monna . “III”, che come il titolo suggerisce è il loro terzo album dopo “Bo Ningen” e “Line The Wall”, non fa eccezione. La vera novità  è che il quartetto abbandona l’amata lingua madre per cantare alcuni pezzi in inglese, ma il risultato non cambia. Ritmi obliqui, taglienti, rumore e melodia che viaggiano paralleli e poi si fondono fino a diventare una cosa sola. Rock e pop song stravolte, chitarre visionarie, duetti a tutta grinta (“CC” insieme a Jehnny Beth delle Savages, “Slider” con Roger Robinson dei King Midas Sound) e quando pensavi di averle sentite proprio tutte partono un paio di ballate dannatamente ben costruite (“Mukaeni Ikenai” e “Ogosokana Ao” per la cronaca).

Quello creato dai Ningen è un irresistibile guazzabuglio dal sapore dadaista, dall’impatto liberatorio e devastante. Fatto da pezzi di Oriente e Occidente che si scontrano e fluttuano a mezz’aria: Fall, CAN, Sonic Youth, Black Sabbath, My Bloody Valentine, Yura Yura Teikoku, Keiji Haino, Merzbow e i DMBQ (ovvero i SY giapponesi). Perchè essere psichedelici oggi significa soprattutto essere liberi mentalmente, guardare al passato e superarlo, andare oltre. Rompere le barriere tra ieri, oggi, domani. Conoscere la storia e modificarla, alterarla, per creare la propria realtà . Unica e diversa. I Bo Ningen ci mettono grande tecnica, cuore, curiosità , inventiva. E creano dieci esperimenti sonori formato canzone, che cambiano continuamente identità  come le spie migliori. Quelle che non si lasceranno mai catturare.