Potrebbe essere un esercizio abbastanza sfuggente cercare di definire l’arte pop dei romani Strani Giorni come una figura sonora lontana dalla paradigmatica quotidianità , la loro poesia urbana è un piccolo punto di riferimento della scena capitolina e non solo, ribattuta anche in questo loro ultimo lavoro discografico, L’invisibile Spazio, dieci tracce che vanno ad integrare la stilistica della band, parole e pensieri diretti, amori e occhiate vigili, sound calibrato e una innata potenza radiofonica che fa dei loro brani una compagnia garantita in ogni ora della giornata.
Dolcezza, amarezza, intimità e visioni sono le chiavi di lettura dell’album, list che tra elettricità , versi d’autore e ballate epiche da la dimensione aperta di un ascolto variegato e preda di umoralità cangianti che movimentano queste piccole genialità musicate, queste cose musicali semplici e complesse che innescate negli orecchi si prendono tutta l’attenzione. La triade romana è una consistenza sonica senza fronzoli che sa tenere il palco e la vibrazione alta, sempre sull’attenti ed esteticamente valida a rappresentare il suono pop rock ben più in la della semplice territorialità underground, e a supporto di questa teoria agganciate il running ventoso di “Curami”, l’amore poppyes della titletrack, il rifferama che graffia “Esaurimento nervoso” o l’atmosfera pensierosa che “Forse non finisce tutto qui” trasmette a quattro spanne, poi non venite a dirci che non vi avevamo avvisati che questi Strani Giorni sono i migliori che vi sono toccati in sorte da vivere tra lo stereo e un cuore da riempire. Pop Doc!
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1. Camaleonte
2. La speranza
3. Curami
4. L’invisibile spazio
5. Nella gioia e nel dolore
6. La mia generazione
7. Il crocefisso
8. Esaurimento nervoso
9. Forse non finisce tutto qui
10. L’attesa