Non c’è dramma peggiore per una band che quello di ripetersi, eguagliarsi, addirittura migliorarsi dopo aver scritto un buon disco con dentro una hit che ha conquistato l’intero pubblico, colto e non. E’ una percezione personale, collettiva, ma che in fondo può pesare sull’umore e la voglia di continuare a scrivere.

“People help the people” è stato il dramma degli Cherry Ghost. Uscito sette anni fa come singolone dal disco d’esordio “Thirst for Romance”, gli inglesi Cherry Ghost pescavano da un verso di “Teologians” dei grandiosi Wilco (e già  questo li referenziava) il nome per la band. Nome che funziona, buon disco indie-pop quasi mainstream e la loro one hit wonder “People Help the People”. Poi tre anni di silenzio a godersi un inaspettato successo. Nel 2010 il loro secondo disco “Beneath this Burning Shoreline” è la garanzia di un pop elegante, il brit pop degli anni zero e dieci per intenderci, professato da Coldplay, Aqualung, Pastels, i belgi Novastar e Death Cab.

Poi quattro anni di gestazione (a detta loro, forse un po’ troppo) per la terza uscita “Herd Runners”. La formula non cambia, i pezzi funzionano ma non incidono,stentano a lasciare il segno ma due tre ascolti e il disco diventa un buon amico, ambasciatore della nostalgia leggera, fuggevole, che se ne sta fissa dentro di noi senza mai eccedere (meglio così). Se “The World Could Turn” ricorda la bellissima “Mathematics” ultimo brano di “Thirst for romance”, l’autunnale ballad “Drinking for Two” conferma l’eleganza e la qualità  della band ormai sicura. Da segnalare la title track “Herd Runners” l’open track “Clear Skies Ever Closer” con un ritornello abbastanza epico per colpire nel segno e un bel video, “Fragile Reign” che ricorda “Bad” degli U2.

Resto dell’avviso che è questo che sotto sotto penalizza la riuscita di ” Herd Runners”: Il peso di quell’estate del 2007 che volente o nolente ti può condizionare il giudizio. Provando a sforzarci e quindi provando a focalizzarci su quest’ultimo lavoro, possiamo dire che gli Cherry Ghost hanno perso lo smalto e quel gusto per l’indie, per l’arrangiamento meno orecchiabile. Le melodie sono interessanti ma in sostanza il disco non decolla. E’ una gita fuori porta di routine.

Ma ora che la band è consolidata possiamo aspettarci in futuro una hit che ci cattura come quell’estate del 2007.

Herd Runners
[ Heavenly – 2014]
Genere: Pop,indie
Rating:
1. Clear Skies Ever Closer
2. Don’t Leave Me Here Alone
3. Fragile Reign
4. Sacramento
5. The World Could Turn
6. Drinking For Two
7. Herd Runners
8. My Love Lies Under
9. Love Will Follow You
10. Joanne