Dalla prima volta che ho visto J Mascis, l’immagine a cui non non riesco a non ripensare ascoltando la sua musica è quell’atteggiamento scazzato, noncurante, di assoluta mancanza di sforzo e quasi di intenzione nel suonare la chitarra elettrica. Come se gli assoli infarciti di abbellimenti velocissimi e il cantare di disagio e solitudine fossero per lui facile quanto ordinare una pizza al telefono.

Negli ultimi anni, Mascis ha deciso che doveva esplorare anche paesaggi diversi: messo solo momentaneamente da parte il consueto muro di amplificatori ha iniziato a registrare delicati pezzi acustici, senza dare l’impressione di un vero scarto dal suono assordante dei Dinosaur Jr. Spente le distorsioni, rimane lo stesso naturalissimo, raffinato gusto per la melodia e la necessità  di mettere a nudo emozioni strettamente personali.

Mi immagino che J potrebbe essere una di quelle persone che prendono in mano una chitarra dopo una cena tra amici e tutti dicono che ha talento, avrebbe dovuto fare quello nella vita. Se non fosse che invece nella sua vita lui ha fondato uno dei gruppi più importanti dell’alternative rock americano anni 90, l’ha portato fino al collasso tra litigi e disaccordi con gli altri due membri originali, infine l’ha riunito pochi anni fa per produrre ancora una manciata di dischi di altissimo livello.

“Wide Awake”, quarta traccia di questo nuovo lavoro solista, potrebbe ambientarsi in una camera d’albergo dove Mascis si è rifugiato dopo l’ennesimo concerto dei Dino, lontano dai compagni di band dei quali ha recentemente dichiarato “non saremo mai grandi amici, non ho mai pensato sia necessario essere migliori amici con le persone con le quali sei in una band”. Presa in mano l’acustica per scacciare l’insonnia inizia un arpeggio in punta di dita e a sorpresa Cat Power trova la sua lunghezza d’onda e aggiunge la sua voce a ricalcare quella principale in un duetto molto riuscito.

è una buona canzone ma lontana da un capolavoro, come una telefonata che consola ma si perde nella notte. Così la successiva “Stumble” che splende del falsetto etereo che Mascis ama da sempre utilizzare e rimanda agli Smashing Pumpkins negli arresti ritmici che ne interrompono il flusso. Ma è impossible ignorare la differenza di risultato ripensando a “Not the Same” (da “Where You Been”, 1993) dove quella stessa voce acuta e incerta lasciava i brividi lungo la schiena.

Altrove le cose si fanno più difficili quando il tentativo di aggiungere ritmo e velocità  sfiora territori adult alternative dei quali mi piace immaginare lo stesso Mascis non sia del tutto convinto. Se lo strumming insistito di “Every Morning” riporta alla mente qualcosa dei Counting Crows, l’assolo di chitarra elettrica ci riconduce però al campo dove è imbattibile: suono ipersaturo e le note che scorrono imprendibili, schizzi distratti su un foglio di carta che si compongono in un ritratto cubista pieno di angoli e sfaccettature.

Dopo ripetuti ascolti è innegabile la sensazione di aver ritrovato ancora una volta un amico; ma risulta difficile pensare di potersi affezionare a questo specifico album. Forse è scritto tutto nel primo pezzo, “Me Again”, uno dei momenti migliori di questi 40 minuti. Acustico e confidenziale, ricorda da vicino le atmosfere più lente e soffuse dove avevamo lasciato Mascis tre anni fa in “Several Shades of Why”. Alle due chitarre che si inseguono in contrappunto sui due canali stereo (tecnica che ritorna in diverse tracce, da apprezzare in cuffia) si aggiunge dopo qualche minuto un pianoforte subacqueo e notturno. Save the memory, canta Mascis, ed è quello che vorremmo fare, che cercheremo di fare.

Cover Album

Get Hurt
[ Sub Pop – 2014 ]
Genere: Alternative, Acoustic, Songwriting
Rating:
1. Me Again
2. Every Morning
3. Heal the Star
4. Wide Awake
5. Stumble
6. And Then
7. Drifter
8. Trailing Off
9. Come Down
10. Better Plane