Idolatria “fuck off”, questo gira come valore supremo nel nuovo disco dei monzesi Wet Floor, “Profezia in 12 pezzi”, schegge e lamettate che in ““ appunto ““ 12 pezzi, stracciano concetti, pensieri e montature circa gli “osanna” ai falsi dei, dalla religione alla politica, passando per le diffusioni medianiche che costringono le masse a nuove “fedi” da osservare.
Il trio lombardo, tra schizzi punkyes, garage e dettagli indie, facilita una “ribellione” d’ascolto, una scossa che prova ad aprire meningi e neuroni sociali oramai neutralizzati dai padrini “putativi” della società , e a dire il vero, questa sequenza di brani adrenalinici e pensanti ““ rari in circolazione ““ innescano la spinta giusta per scardinare
La loro è una sorta di profezia contro, una soluzione distorta ed ematica che tra riff, fitti ritmi e quote di incazzature sostenute, taglia corto con i compromessi e tanto meno con gli avvertimenti delle facilità commerciali, un punkyes “autorale” che sa quello che dice, urla, sgomita, un mai stentoreo pulsare che ““ per citarne alcune”“ nelle deflagrazioni di Non pensare a te, nei giri basso plumbei Sotto gli occhi di tutti, tra i distorsori since ’77 Il bello di “Marta” o “Kill your idols”, porta ancora uno stupendo sano malessere mai medicato e tantomeno di facile guarigione.
Wet Floor, degnamente “contro”.