Ho incrociato Jesse Malin ai tempi di “The Fine Art Of Self Destruction” nel 2003, un periodo in cui riuscivo a viaggiare come volevo e mi era facile legare gli ascolti a qualche posto della Gran Bretagna o della Scandinavia. Era un’epoca in cui riuscivo a vivere proiettato con le suggestioni del luogo che avrei visitato di lì a poco. Da allora l’avevo perso di vista e non posso negare che vedermi recapitato a casa il nuovo disco mi abbia fatto un certo effetto nostalgia. Non tanto perchè i tempi oggi sono piuttosto cupi rispetto ad allora, ma perchè avevo ancora quella spinta e quella curiosità per ogni singola uscita discografica che col tempo sta evaporando. Ho fatto girare nel mio lettore questo “New York Before The War” senza particolari aspettative, anzi, avevo quasi la certezza di una disillusione che mi avrebbe riportato all’amara realtà di un presente ben poco romantico e troppo pragmatico.
Invece mi sono come destato da un torpore e proiettato con la mente e con il cuore a quei tempi in cui ero fermamente convinto che la musica pop potesse salvarmi il culo in ogni situazione. Jesse Malin riesce ad illuminare a giorno anche le stanze che in apparenza erano destinate all’ombra perenne, lo fa con un disco semplice ai limiti della banalità , quella bella e fatta di sorrisi idioti e teste che si muovo a tempo di musica. “New York Before The War” è un disco di pop-rock radiofonico e americano, di quelli che avrebbero fatto la fortuna delle college radio di una quindicina di anni fa e sarebbe stato perfetto per un episodio di Dawson’s Creek o di Gilmore Girls, “Una mamma per amica” qui da noi”. Movimenti rock, pennellate di folk pop acustico e qualche ballata romantica ne fanno un disco come ce ne sono a centinaia, solo che baciato da un’ottima ispirazione e da melodie perfette. Un toccasana per orecchie, mente e cuore.
Credit Foto: Steven Sebring