Dalla paradisiaca chill-wave Toro Y Moi è riuscito a tirar fuori un’anima indie-rock, rivisitando un genere che lo aveva consacrato sotto una veste più ampia e meno connotabile. è stato uno sforzo sicuramente molto ben congeniato, ma in virtù della sua sperimentazione, a tratti è ancora acerbo.

Si passa dalle sfuriate rock di “What For?” imperniata su giri dreamy e synth che stavolta si lasciano perfettamente contaminare da scelte stilistiche fresche. Anche “Buffalo” segue questa profondità  sulla scia del vecchio soul che nel ritmo trova spazio per strumentali e vocalità  ibride.

Ancora con “The Flight” assistiamo al contatto con la materia psichedelica che si fonde nel magma disco-funk con Empty Nesters, cambi di ritmo e sonorità  ne contraddistinguono la sua unicità .

Ratcliff invece prende tanto dai ’60s e dai Beatles, rivelandosi però una scadente interpretazione del nucleo pop-rock. Invece, più sui suoi toni, “Lilly” si mostra per la sua venatura psichedelica e dreamy, con i synth e i cori che costruiscono una sola melodia pronta a disperdersi. è il pezzo forte di Toro, la chill-wave applicata in tutte le sue declinazioni, il luogo metafisico dove realizza al meglio se stesso. Il gioco funk non si ripete però con una già  ossidata “Spell It Out”, mentre si approda alla forma di ballad con “Run Baby Run”.

Credit Foto: Andrew Paynter