Quando un fuoco comincia a bruciare e comincia a dilagare.
Ora, lasciando perdere per un attimo le mie doti non certo sopraffine da traduttore, sono queste le parole che i fratelli Lawrence hanno scelto per presentarsi a noi due anni fa.

Ho sempre trovato questo sample particolarmente sinistro e profetico: il fenomeno Disclosure infatti è stato veramente un fuoco, un incendio violento e vorace che ha consumato le charts di tutto il mondo, propagandosi velocemente fino ad arrivare ai piani più alti.
Non è un caso ma una questione puramente di timing. Ogni boom discografico, infatti, è frutto di un terreno abilmente preparato negli anni precedenti.
I Disclosure sono la risposta alla mai sopita voglia di dance-floor targata UK, riportata alla ribalta negli ultimi anni da nomi come Jamie XX, SBTRKT, Burial e, facendo tutti i distinguo del caso, Rudimental.
In questo universo così florido i due giovani fratelli si sono imposti con “Settle”, costruendo un sound minuziosamente studiato e patinato (ed un po’ paraculo), pronto per una diffusione su larga scala, creando una serie di hit che in breve tempo sono finite per diventare anche più grandi di loro.

Sai, devo recensire il nuovo LP dei Disclosure!
Chi?!
Quelli di “Latch”
Aaaaah ok

Per intenderci.

Insomma, date queste premesse, questo album si prestava ad essere un bagno di sangue; come spesso accade, subito dopo la deflagrazione di una bomba cominciano a fischiare le orecchie.
Diciamolo subito per evitare ogni fraintendimento: il tonfo è stato evitato con classe.
“Caracal”, il secondo album dei Disclosure, è un lavoro pop iper-prodotto e curatissimo, un LP che ricama sulle basi solidissime posate da “Settle”, cambiando l’ordine degli addendi ma non il risultato.
Si comincia con Nocturnal un brano interessante, dalle forti sonorità  anni ’80, ma che scorre senza troppi sussulti nonostante la collaborazione pesante di The Weekend.
E si continua a fari spenti con Omen, un brano luminoso e chatchy che ha tutto per rimanere a lungo nelle prime posizioni delle charts (come, in realtà , sta accadendo) ma che esce distrutto in un confronto con il passato: la collaborazione con l’affezionatissimo Sam Smith infatti rimanda inevitabilmente a Latch ed Omen, per quanto sia un’ottima canzone, semplicemente non ha la forza per essere la hit di traino.
Poi, improvvisamente, tutto diventa più black ed attacca una voce potente e soul in un intro abbagliante e coinvolgente che quasi ricorda Happy dei C2C: sto parlando ovviamente di “Holding On”, un riuscitissimo featuring con Gregory Porter, un brano disteso, ammiccante e sculettante. Un pezzo che probabilmente si sentirà  in meno club inglesi ma in più apericene sul Naviglio.

Arrivati alla quarta traccia ormai ci appare chiaro che i ritmi di questo LP sono molto più rilassati e pop (scusate per l’abuso della parola) nel senso più stretto del termine. E’ praticamente scomparsa quella deep house con i bassi pressanti di When a Fire Starts to Burn; si scorge a malapena in Hourglass, brano più vecchio stampo, ma che non riesce comunque a rimanere incontaminato dalla patina scintillante che ricopre tutto “Caracal”.
Patina che si ripropone nella sua forma più accecante nelle successive Willing & Able e soprattutto in Magnets, dove un’ispiratissima Lorde trascina giù i Disclosure ribaltando i rapporti di forza e sviluppando una hit dal futuro radioso ma in cui risalta il talento della giovanissima neozelandese piuttosto che quello dei due fratelli inglesi.

C’è però un aspetto preoccupante all’interno di “Caracal” sulla cui portata sarà  solo il tempo a fare chiarezza: le canzoni più appannate e fiacche di tutto il lotto sono quelle firmate dai soli Disclosure, senza feauturing o collaborazioni di sorta. Sia “Jaded” che “Echoes” sono abbastanza inconsistenti e quasi irritanti e soprattutto, insinuano nell’ascoltatore pensieri maligni. Sarà  un casualità  o no? Saranno veramente così dipendenti dagli illustri amichetti che si affollano nel retro-copertina?
In futuro sapremo darci una risposta, forse ma per ora limitiamoci a goderci queste bellissime canzoni di puro e scintillante pop.