Why Hip Hop Sucks In ’96?
Se siamo passati dalla fatidica domanda posta da DJ Shadow a metà  anni novanta al successo, anzi alla compenetrazione, all’influenza che l’hip-hop ha nella società  contemporanea non è certamente solo merito del producer di Detroit, ma J Dilla, scomparso alla verdissima età  di trentadue anni, ha indubbiamente contribuito allo sdoganamento della materia.

J Dilla Changed My Life
Un paio di anni fa mi trovavo ad una festa nella campagna intorno al mio paese: io abito in provincia di Forlì, che già  è un posto morto e anacronistico e quindi provate ad immaginare come possa essere il circondario. Comunque: alla festa c’era un tipo con una maglietta con su scritto “J Dilla Changed My Life”. Complimenti, bella maglia, eccetera eccetera.
Il tipo era stupito che un campagnolo conoscesse Dilla e dal di lì è nata tutta una riflessione sull’importanza di James Yancey: un producer che ha attraversato gli anni novanta senza attirare i riflettori (nonostante molti dei suoi beat si trovino nei dischi più importanti del decennio) e nuovo millennio ha raccolto tutto il successo meritato, soprattutto con “Donuts”, un disco uscito esattamente il giorno del suo ultimo compleanno poco prima di andarsene da questo pianeta, quando già  molto debilitato James rifletteva sulla morte e sull’abbandono.
Questo senso di perdita, di precoce ingiustizia però non si riflette in “Donuts” che rimane un capolavoro assoluto e un ascolto totalmente gioioso, pieno di vita e delle sue quotidiane, meravigliose imperfezioni: testimonianza, eredità , sunto o manifesto, chiamatele come volete, le trentuno ciambelle di Dilla sono tutto ciò e molto altro ancora. Sono i sentori soul della tradizione, sono i suoni del ghetto che scalano le classifiche, sono i risultati di un certosino lavoro di ricerca e cesellamento, sono visioni di un futuro che chiameremo wonky o footwork o chissà  come altro ancora.

A dieci anni esatti dalla sua uscita “Donuts” rimane l’apice del lavoro di una delle figure cardini della storia dell’hip-hop: c’è un prima e c’è un dopo J Dilla, l’uomo che ha cambiato non solo le nostre vite, ma l’arte nella sua accezione più pura.

J Dilla ““ “Donuts”
Data di pubblicazione:
7 Febbraio 2006
Registrato: esatate 2005
Studi di regitrazione: Ardent Studios, Memphis, Tennessee
Tracce: 31
Lunghezza: 43:25
Etichetta: Stones Throw

Tracklist:

1. Donuts (Outro)
2. Workinonit
3. Waves
4. Light My Fire
5. The New
6. Stop
7. People
8. The Diff’rence
9. Mash
10. Time: The Donut of the Heart
11. Glazed
12. Airworks
13. Lightworks
14. Stepson of the Clapper
15. The Twister (Huh, What)
16. One Eleven
17. Two Can Win
18. Don’t Cry
19. Anti-American Graffiti
20. Geek Down
21. Thunder
22. Gobstopper
23. One for Ghost
24. Dilla Says Go
25. Walkinonit
26. The Factory
27. U-Love
28. Hi.
29. Bye.
30. Last Donut of the Night
31. Donuts (Intro)

Ascolta per intero “Donuts”: