Al terzo disco in quindici anni i Lush Rimbaud potrebbero vantare, sull’attuale panorama del rock più avventuroso e destrutturato, una certa autorità , se non fosse che il gruppo anconetano è stato sicuramente meglio compreso all’estero (come dimostra lo split con gli olandesi zZz, unica testimonianza discografica dal 2009 di “Sound of the Vanishing Era” ad oggi): il nuovo “L/R” sembra quasi voler supplire a questa carenza allargando uno spettro sonico già piuttosto ampio, aggiungendo alle consuete cavalcate tra kraut ed electro-rock una spessa dose di funk e una sospetta attrazione per atmosfere da stadio. “L/R” vive così una dicotomia per cui a brani più lenti ed evocativi, capaci di muoversi tra elettronica e rock come i migliori TV On The Radio, si accompagna una serie di tracce più cariche e movimentate che stupiscono per cattivo gusto e prevedibilità . Non è un lavoro completamente insufficiente, anzi in molti momenti risulta ben più che valido, ma per il futuro speriamo i Lush Rimbaud sappiano scegliere con più cura e coerenza il percorso da affrontare.