Dopo il debutto – datato  2013 – con un self-titled album salito sa subito alla ribalta in terra natale e oltre confine, Few Bits tornano con un nuovo album, “Big Sparks”. Per i meno ferrati sulla scena indipendente belga, questi ragazzi sono un  quintetto in chiare tinte dream pop, originari di Anversa e rappresentati dalla voce di  Karolien Van Ransbeeck.

Il loro nuovo  lavoro in studio è un disco di 10 pezzi che, messi uno in fila all’altro, sembrano voler raccontare una storia dai colori tenui, disegnata con dei pastelli. Spiccano l’accuratezza dei suoni e la bravura nell’incastonare piccoli frammenti melodici al punto giusto, nell’ascolto di questi quasi 40 minuti di album. “Summer Sun” è forse la più orecchiabile e diretta delle canzoni del LP, che appare fin dalle prime battute permeato di quell’atmosfera a metà  tra serio e faceto, con Karolien intenta a fotografare i lati più oscuri dell’amore, non senza un certo coinvolgimento emozionale.

La sua voce ricorda parecchio quella di Lana Del Rey oppure Hope Sandoval, ma all’orecchio di chi scrive rimanda talvolta a quella delicata di Alison Goldfrapp. La freschezza di Few Bits emerge anche nelle tracce successive, dove “I Will Set You Free”, “Chasing Rainbows” e la title-track “Big Sparks” alternano sensazioni contrastanti, le quali sono  gioco forza riflesso della vena compositiva della band.

L’album, nel suo complesso, suona lineare e pulito, con una chiara abilità  compositiva e di esecuzione. La compattezza del lavoro fa si che ogni pezzo sia al proprio posto e con un ordine di idee ben definito. Fattore, questo, che rischia tuttavia di far scivolare la successione dei pezzi in una ripetitiva serie di brani che differiscono appena l’un dall’altro. Avvertiamo un leggero senso di deja entendu, infatti, mentre ci spostiamo alla fase conclusiva del percorso, laddove la malinconica ballata “Starry Eyed” o la più disincantata “Do Your Best”, o ancora la conclusiva “Souvenir” aggiungono poca novità  a quanto già  ascoltato in precedenza.

L’uniformità  di tono, in questo “Big Sparks”, è dunque un’arma a doppio taglio.  In un contesto di dream pop preciso, piuttosto leggero e colorato, si finisce con l’aspettare invano qualcosa che non arriverà . Al netto dell’attesa per qualcosa che possa scuotere l’aria, comunque, il lavoro ha connotati positivi e quel briciolo di spessore necessario a far confermare Few Bits come una band che può esprimere ancora un gran potenziale.