A febbraio è inutile far finta che non sia inverno e la primavera, l’estate sembrano lontanissime. Spesso però basta un album di quelli giusti a far alzare la temperatura interna e esterna. “Baduizm” di Erykah Badu, uscito l’undici febbraio del 1997, è uno di quei dischi. L’esordio di un’artista eclettica come pochi colleghi, con uno spirito da globetrotter e le idee molto chiare. Registrato in frenetico movimento passando da uno studio all’altro alla ricerca del suono giusto, dei collaboratori migliori. Lunga è la lista dei produttori di “Baduizm” e vi compaiono tantissimi nomi che in questi venti anni sono diventati pilastri della musica a stelle e strisce (i The Roots giusto per fare un esempio).
“Baduizm” ovvero la filosofia di Erykah Badu distillata in quattordici canzoni. Ritmi sinuosi e affascinanti come un filo di fumo che sale da una sigaretta non elettronica, una voce dal tono dolce e aspro che chiedeva di essere ascoltata. “Baduizm” era magnetico, sensuale, capace di mettere insieme modernità e tradizione (provare per credere il jazz a cappella di “Afro”) funk e melodia vecchio stile. Per definirlo i critici hanno inventato un termine, “neo soul”, che avrebbero usato spesso negli anni successivi. E Erykah Badu è stata paragonata a Billie Holiday, a Nina Simone, a Ella Fitzgerald signore assolute delle sette note. Lei però ha rivelato di aver pensato soprattutto al primo disco di Brandy mentre registrava il suo, di averlo adorato e di aver passato ore a cercare di carpine i segreti.
“Baduizm” è stato ricoperto di premi tra cui un Grammy e un American Music Award per il miglior disco R&B Soul o Rap. Ha venduto milioni di copie in un periodo in cui l’industria discografica non era più quella di un tempo, grazie anche a singoli di gran classe come “On & On”, “Next Lifetime” e “Otherside Of The Game”. Ma soprattutto ha aperto la strada a tanti artisti intraprendenti, creando un mercato (termine orribile ma vero) per “The Miseducation Of Lauryn Hill” uscito nel 1998 e forse perfino per Amy Winehouse. L’AmErykah di “Baduizm” vent’anni dopo non è invecchiata e tante di queste canzoni hanno avuto una seconda o terza vita usate come sample da The Game o Kendrick Lamar. Riscoprirle oggi, in epoca di muri e minacce, fa capire quanto le parole di “Drama” siano ancora attuali: “Race relations, segregation, no occupation / World inflation, demonstration, miseducation / I can’t believe / That we’re still livin’ / Oh in this crazy crazy world“.
Erykah Badu ““ Baduizm
Data di pubblicazione: 11 febbraio 1997
Tracce: 14
Lunghezza: 58:15
Etichetta: Kedar, Universal
Registrato: 1996 ai Battery Studios di New York, al Dallas Sound Lab di Dallas e ai Sigma Sounds & Ivory Studios di Philadelphia
Produttori: Madukwu Chinwah, Erykah Badu, John Meredith, James Poyser, The Roots
Tracklist:
1. Rimshot (Intro)
2. On & On
3. Appletree
4. Otherside of the Game
5. Sometimes [Mix #9]
6. Next Lifetime
7. Afro
8. Certainly
9. 4 Leaf Clover
10. No Love
11. Drama
12. Sometimes…
13. Certainly [Flipped It]
14. Rimshot (Outro)