Ad inizio millennio l’Inghilterra di Tony Blair e del New Labour era attraversata dal pop zuccheroso di Will Young, dalla jungle più sfrenata, dai primi vagiti grime che cominciavano ad arrivare aggressivi al grande pubblico. In un panorama come questo Mike Skinner aka The Streets era un’anomalia. Un artista capace di mettere insieme elettronica ecstasy funk ritmi reggae Antonàn DvoÅ™ák e lo spirito underground dell’UK Garage, di trarre ispirazione dal rap americano stile Wu Tang Clan (Raekwon e RZA in particolare) e dal Nas di “Illmatic” in un disco d’esordio che aveva già il sapore di un classico. I testi, i beat di “Original Pirate Material” però erano inglesi al cento per cento, made in Birmingham & London, made in Barnet, Brixton, Beckenham. Inglesi fin dalla copertina, una foto scattata da Rut Blees Luxemburg chiamata “Towering Inferno” che ritraeva la facciata sud della Kestrel House di City Street, a Londra.
Mike Skinner: la faccia da ragazzino, le immancabili Reebok Classic ai piedi e diecimila rave alle spalle, raccontava la vita di tanti “geezer” in libera uscita, veri gladiatori del sabato sera in una Londra che non era New York e non lo sembrava neppure. Lo faceva con rime furbe cariche d’ironia ed era il perfetto antidoto all’ R&B dell’ex compagno di etichetta Craig David, ormai diventato una superstar. Le rap battles di “Sharp Darts”, le serate passate dietro a un bicchiere e due funghi allucinogeni di “Too Much Brandy” (“Calvin, Schmalvin, I’m well within my limit, oh hang on a minute, these mushrooms just kicked in, think I might be finished“). Le frecciatine agli appassionati di musica garage in “Let’s Push Things Forward” quando tuonava allibito ma perchè dite che tutti i dischi suonano allo stesso modo e poi li comprate? Vediamo di cambiare un po’ le cose. Mike Skinner a cambiarle ci è riuscito con un album che quindici anni dopo non ha perso un grammo di qualità e sostanza.
Il best seller più improbabile del decennio, visto che si è arrampicato al numero due della chart di musica elettronica di Billboard, miglior album dell’anno per l’ Entertainment Weekly, candidato perdente al Mercury Prize e ai BRIT Awards. Ma lasciamo da parte premi e classifiche per un secondo. “Original Pirate Material” era soprattutto un album dannatamente divertente, impossibile restare seri ascoltando le avventure di Terry & Tim in “The Irony of It All”. Quel gran affabulatore di Mike Skinner ha raccontato con onestà cosa voleva dire essere young & British nei primi anni zero, la fine dell’Inghilterra tutta pub e gloria che si era appena ripresa dai sogni psichedelici degli anni novanta e stava lentamente scoprendo che no, non andava tutto bene. Una generazione di artisti (Scroobius Pip, Kate Tempest, King Krule, gli Sleaford Mods di Williamson & Fearn) ha imparato da lui. E da questo disco. Positivity. “This AIN’T your archetypal street sound“.
The Streets ““ Original Pirate Material
Data di pubblicazione: 25 marzo 2002
Tracce: 14
Lunghezza: 47:24
Etichetta: Locked On/679 Recordings
Registrato: 2001″“02 Brixton, Londra
Produttori: Mike Skinner
Tracklist:
1. Turn the Page
2. Has It Come to This?
3. Let’s Push Things Forward (featuring Kevin Mark Trail)
4. Sharp Darts
5. Same Old Thing (featuring Kevin Mark Trail)
6. Geezers Need Excitement
7. It’s Too Late
8. Too Much Brandy
9. Don’t Mug Yourself
10. Who Got the Funk?
11. The Irony of It All
12. Weak Become Heroes
13. Who Dares Wins
14. Stay Positive