Sono passati quasi tre anni da quando Edda con “Stavolta come mi ammazzerai ?” ha sconquassato la musica italiana con la sua irruenza e la sua brutale poesia, e oggi, dopo aver macinato tanta strada e tanti palchi l’ex Ritmo Tribale torna insieme ai compagni di sempre (Fabio Capalbo alla batteria e Luca Bossi al basso, ormai famosi come i Furore Uterino) con un nuovo album, anticipato sotto natale dal singolo intitolato “Benedicimi”.
Se c’è una caratteristica che chi vi scrive ha sempre apprezzato dell’ormai cinquantaquattrenne musicista milanese questa consiste nel fatto che non ha mai pubblicato due volte lo stesso disco, in quattro uscite soliste infatti Edda è sempre riuscito a stupire, cambiando la traiettoria della sua musica e scegliendo sempre strade diametralmente opposte; se difatti “Semper Biot” era un lavoro diretto e scarno, “Odio i vivi” con le sue dissonanze risultava a tratti sperimentale, così come a sua volta “Stavolta come mi ammazzerai ?” era un disco punk e con il coltello tra i denti, oggi invece “Graziosa Utopia” ci rivela un approccio quasi pop, più attento a stare entro i criteri della forma canzone classica.
Naturalmente quando ci si trova di fronte ad un artista così singolare di tutto si può parlare tranne che di “normalizzazione”, suonerebbe davvero come una bestemmia, perchè la poetica di Edda non è inquadrabile entro canoni standard; “Graziosa Utopia” tratta quindi di amore (“Spaziale”, “Un Pensiero d’amore”, “Picchiami”), dipendenze (“Brunello”), omaggiando persino la città eterna (“Arrivederci Roma”), il tutto in maniera surreale, straziante e viscerale. Sono canzoni queste che sanguinano autenticità da ogni nota e parola, che coinvolgono l’ascoltatore in un’ autoanalisi composta da dieci tappe della quale Edda ci rende partecipi nel momento stesso in cui le sue liriche si traducono in un canto a squarciagola al quale, dopo solo pochissimi ascolti, l’ascoltatore non si può sottrarre.
Colpisce inoltre la particolarità di alcune soluzioni stilistiche, inedite per Edda in certi casi, come la progressione funky/dance di “Un pensiero d’amore” o le trascinanti pulsazioni sintetiche che avvolgono “Arrivederci Roma”, opera della special guest Giovanni Truppi.
In questa stagione ricchissima di uscite riguardanti la musica italiana “Graziosa Utopia”, insieme all’ultimo lavoro di Paolo Benvegnù, si ritaglia un posto fondamentale, riproponendoci un artista più unico che raro che dobbiamo davvero essere felici di avere di nuovo con noi e, che anche stavolta, ha scelto il modo migliore e più lacerante per ammazzarci.