Quando nel millenovecentoquarantacinque Georges Bataille nel suo romanzo breve intitolato “Madame Edwarda” coniò l’espressione “Petite mort” (riferendosi a quell’estasi mista a spossatezza che segue l’orgasmo) doveva aver in qualche modo presagito che molti anni dopo qualcuno avrebbe messo in musica lo stesso concetto, regalandoci la perfetta colonna sonora atta ad accompagnare questo stato di inebriante piacere.
Quel qualcuno, che ben settantadue anni dopo ha reso possibile ciò, corrisponde al nome di Greg Gonzalez, giovane musicista texano che con i suoi Cigarettes after sex ha finalmente pubblicato l’esordio forse più atteso dell’anno.
Le aspettative nei confronti dei Cigarettes erano molto alte, soprattutto per il fatto che la band in questione ha goduto nel corso degli ultimi due anni di una massiccia esposizione sui social network, cosa che ha fatto storcere il naso a molti, facendo nascere il dubbio che si trattasse dell’ennesimo fuoco di paglia pronto a spegnersi alla prova del nove.
Fortunatamente i fatti hanno dato ragione a Gonzalez e soci, i quali sono riusciti nell’impresa di bissare per intensità e brillantezza la qualità di quell’EP datato duemiladodici reso ormai celebre da migliaia di condivisioni in tutto il globo, mostrando al mondo una band capace di confermare di essere ben di più dell’ennesima next big thing senza sostanza.
Sono canzoni queste fatte con poco, che si basano su delicate trame elettroacustiche sulle quali la voce androgina e tormentata di Gonzalez si distende morbidamente, disegnando romantici bozzetti amorosi in cui i protagonisti si amano e si abbandonano, si cercano e si respingono. Quelli che qui vanno in scena sono piccoli drammi sentimentali pronti a dissolversi alle prime luci del mattino, quando il sole penetra dalle imposte, illuminando letti sfatti e portacenere ricolmi di mozziconi e rimpianti.
Echi di Mazzy Star e Sun Kil Moon si possono sentire risuonare tra queste dieci tracce, che seguono anche le trame sognanti intessute più recentemente dai Beach House: pezzi come “Apocalypse”, “K”, “Flash” e “Sunsetz” debbono molto inoltre anche a lavori come “The blue moods of Spain” degli Spain e “Hats” dei Blue Nile, classici per cuori spezzati ed amanti abbandonati al loro destino, i cui languori amorosi sembrano rivivere nella malinconia di questo piccolo grande album d’esordio.
I Cigarettes after sex ci hanno portato in dote la nuova colonna sonora della nostra tristezza, dieci canzoni che sanno tanto di sale buttato su ferite datate o ancora fresche, brani che riusciranno a farvi sentire la mancanza anche delle (o degli) ex degli altri ma che non smetterete di ascoltare, prima e dopo il sesso, con o senza sigarette.