Rischia di passare un po’ sotto silenzio il nuovo lavoro degli scozzesi The Secret Goldfish “Petal Split”, uscito lo scorso aprile a ben 18 anni dal precedente “Mink Riots”. Sarebbe un peccato, perchè comunque la scuola di Glasgow in fatto di guitar-pop sa sempre il fatto suo e anche stavolta la cara Katy McCullars e il fidato chitarrista John Morose macinano dolcezze e ruvidità , andando a ricordarci (in positivo ovviamente) quel pregevole esordio che era stato “Aqua Pet… You Make Me”, datato ormai 1996.
La voce di Katy resta sempre un segnale distintivo, con quella punta di bambina dolce e impertinente che conoscevamo dagli anni ’90 e che sembra voler ammicare con la sua zuccherosità (“El Capitan Y Mi”) e quei toni che, ogni tanto, ti pare di sentire Sarah Cracknell che se la spassa con i Teenage Fanclub con qualche rimando C86. Il trittico iniziale è proprio quanto ti aspetti dai nostri eroi, ovvero dolcezze melodiche solari e contagiose. Assolutamente niente di nuovo sotto il sole ma un lavoro chitarristico che affonda le proprie radici in una tradizione immortale che si rinnova in album come questi. Manca forse il singolone che ti cattura al primo colpo, ma tutto è sincero e sicuramente piacevole (“Phonecall” su tutte) e, ripetiamo, decisamente Secret Goldfish, per cui se sentivate la mancanza del loro classico sound qui andrete a nozze. Piacevoli anche le distorsioni di “X”, bagaglio che comunque nel repertorio della band non mancava assolutamente neanche ai tempi d’oro (c’era un perchè se qualcuno li aveva definiti come “The Jesus and Mary Chain locked in a public toilet with Jefferson Airplane and The New York Dolls“). In scaletta, a completare il tutto, compaiono, con piacere, anche due cover, ovvero “Outrageous Things” (Vic Godard) e “Ain’t That Always The Way” (Edwyn Collins).
Se eravate fan della band andate a riprendervi questo disco con piacere, non restere delusi, per tutti gli altri consigliamo ovviamente anche l’esordio già citato in precedenza.