Arriva silenzioso, in punta di piedi, il nuovo disco di Davide Viviani, cantautore dal lago grande, classe 1981, che guarda al passato con la raffinata malinconia e la poesia lirica che contraddistingue gli artisti veri.

Il nostro, con la produzione di Alessandro “Asso” Stefana, confeziona un album crepuscolare, fuori dal tempo, intimista, sincero dove la spontaneità  e la leggerezza di un linguaggio da gentiluomini la fanno da padrone.

è un disco ricco, fabbricato con il calore dell’artigianato di una volta, senza seguire clichè, mode o cazzate simili, probabilmente non genererà  hype e mi viene da dire: peggio per voi. Una chitarra, la scia di percorsi sonori che guardano all’America rurale e la capacità  di guardarsi (guardarci) dentro, con un candore toccante.

Un saliscendi di emozioni a volte accennate, a volte approfondite, manifestate in età  adulta quando l’irruenza del punk è già  diventata esperienza di vita, vissuta tradotta in musica.

Un piccolo gioiello da cercare e consumare.