I Ghost Music sono il nuovo progetto di due vecchie conoscenze: Matt Randall dei Plantman e Lee Hall, già membri di quei Beatglider che negli novanta hanno attirato l’attenzione di John Peel , che aveva gradito il loro singolo (“Not For You”) passandolo per la prima volta in radio. Ad accompagnarli in questa nuova avventura Roy Thirlwall (Melodie Group) al basso e Leighton Jennings (Dark Globes) alla batteria.
L’affiatamento tra Randall e Hall è cosa già nota, sono legati da decenni di collaborazione e amicizia, e si capisce chiaramente che i due si completano a vicenda sia vocalmente che musicalmente. Le chitarre che rumoreggiavano taglienti ai tempi dei Beatglider si sono nel frattempo ingentilite virando dal noise pop spruzzato di shoegaze degli esordi verso un indie pop sognante e gentile, solare e malinconico ma non certo privo di grinta (“Gurl In A Whirl” lo dimostra).
Il talento melodico della coppia Randall & Hall si sente già in “Home Dog”, dove le voci di Matt e Lee duettano piacevolmente, “Heart Shaped Holiday” gioca con ritmi leggeri ed evocativi in pieno stile Yo La Tengo mentre “Strange Love” è un gioiellino di puro pop che pare uscito dalle sapienti mani dell’etichetta neozelandese Flying Nun. L’influenza dei Plantman a cui Matt Randall si è dedicato ultimamente è evidente in “Blackbird Stars”, “Blindspot” invece ricorda i Galaxie 500 mixati con i The La’s di Lee Mavers: semplice ma efficace.
John Peel raramente sbagliava quando prendeva una band sotto la propria protettrice ala radiofonica. Questo nuovo progetto di Randall e Lee dimostra quanto lo storico DJ avesse ragione a fidarsi di questi due ragazzi dell’Essex e conferma che, insieme o separati, sono sempre in grado di regalare momenti di dolcezza e qualità , guardando al passato (“My Cloud” è stata scritta da Randall nel 1997) senza rimpianti nè nostalgia.