Che la festa abbia di nuovo inizio. Ian Parton e compagni continuano ad essere frizzanti (ma il top resta sempre l’esordio “Thunder, Lightning, Strike”, poco da fare) e gli ingredienti del party restano quelli di sempre, con il frullatore acceso e con quella matta idea di centrifugare tutto, per restituire un trattato pop in apparenza disordinato ma in realtà decisamente chiaro. Ma ci credete se vi diciamo che le cose che preferiamo nel disco sono quelle più lineari?
Intendiamoci, si sorride al tripudio di coretti, ci si fa prendere dal groove, i fiati che viaggiano in libertà sono piacevoli, le andature hip-hop non mancano e quella punta sperimentale non guasta affatto, ma ce lo aspettiamo dai Go! Team, anzi, forse è quello che vogliamo, più che altro perchè a questo ci hanno abituato e andare sul sicuro va bene, ma a tratti è un “sicuro” che richiederebbe qualcosa in più. Ecco perchè quando invece le cose si mettono un po’ di più sull’asse twee-pop / St. Etienne la nostra attenzione diventa totale e si è coinvolti veramente: la variazione sul tema si fa significativa e coglie nel segno, se non altro per il fatto che brani come “The Answer’s No, Now What’s The Question” o “If There’s One Thing You Should Know” sono caramelle pop non solo chiare e limpide, ma anche squisitamente dolci e melodiche. Anche “Plans Are Like A Dream You Organise” può tranquillamente appartenere alla schiera di quei brani capaci di cogliere nel segno, con questo inizio morbido e poi la batteria che inzia a martellare e l’atmosfera quasi natalizia che si sporca un po’, salvo poi tornare deliziosa e zuccherosa. Qui l’equilibrio è perfettamente raggiunto e dimostra che in fatto di pop uno come Parton ne sa e non poco.
Volete il party e tutto quello che, bene o male, ne consegue? Bene, lo avrete. Noi però cercavamo anche qualcosa di diverso e tutto sommato lo abbiamo trovato. Siamo soddisfatti.