Non completano il cerchio alla perfezione i B&S con questo terzo EP che ci lascia un po’ l’amaro in bocca, più che altro perchè tutto suona melodicamente “normale” e i sussulti stentano ad arrivare. Intendiamoci, formalmente la macchina degli scozzesi fila, ma il terreno è così pianeggiante che non c’è neanche gusto, l’impegno pare deficitario e la voglia di azionare il pilota automatico è forte, anche se, bisogna dirlo, l’inizio con questo basso morbido e quasi R&B di “Poor Boy” ci lasciava immaginare ottime divagazioni sul tema.

Invece poi prevale un soft-rock che non regala ritornelli memorabili e anzi si adagia anche su andature acustiche (“The Is An Everlasting Song”) che forse volevano tornare ai tempi d’oro, ma che invece producono solo l’effetto di farceli rimpiangere. Chiusura stravagante con una “Best Friend” che poteva stare giusto nella colonna sonora di una versione pre adolescenziale di ‘Dirty Dancing’ con Olivia Newthon John alla voce però, impegnata a strafogarsi di zucchero filato. Invece qui pare capitata un po’ per caso e sopratutto non c’è ONJ che canta.

Una terza puntata che, a conti fatti, si dimostra la più debole del lotto. Un voto complessivo che quindi si assesta sul 7.