Sembrano britannici, anzi durante il brano d’apertura mi hanno ricordato gli straordinari Catatonia, in realtà sono italianissimi (Marianna Pluda e Simone Apostoli), “de Bresa” (spero d’averlo scritto giusto) città del ‘pota pota‘.
Sono giovanissimi, ma sfornano questo disco d’esordio da assoluti veterani. Lo dico subito, album che “spacca il culo” come pochi in ambito indie-pop. C’è il gusto melodico del brit-pop, una punta di Mazzy Star synthetica, i già citati Catatonia, ma anche le americane Au Revoir Simone, la dance, il groove invitante, il surf, un cantato caldo e straordinario, una voce bellissima, quella di Marianna, che catalizza l’attenzione. Sono veramente bravi, inaspettatamente quasi, perchè dalla provincia, così giovani, forse uno parte un po’ prevenuto, ma va beh, non significa più un cazzo ormai, perchè se uno ha talento trova la sua strada velocemente, imparando da chi è arrivato prima di lui e poi personalizzando il tutto. So già che non se li caghera’ nessuno, perchè cantano in inglese, in primis, e Calcutta è lontano anni luce, pure il rap, figuriamoci. Ma qui c’è il miglior brit, la psichedelia e un trittico d’apertura da restare senza parole.
Chitarre e synth che si alternano e le melodie sono fighe, tanto. Per chi scrive sarà uno dei migliori esordi dell’anno e siamo solo a febbraio.