Attiviamo il radar e scandagliamo in profondità un universo musicale sommerso. Ogni settimana vi racconteremo una band o un artista “‘nascosto’ che secondo noi merita il vostro ascolto. Noi mettiamo gli strumenti, voi orecchie e voglia di scoperta, che l’esplorazione abbia inizio (e mai una fine)”…
Oggi andiamo in California, per parlare dei Soft Science, che, come loro stessi fanno notare su Facebook, sono un bel mix di componenti di altre band. “Soft Science is a pop / indie rock / shoegaze band from Sacramento, CA and includes former / current members of California Oranges, Holiday Flyer, Forever Goldrush, Sinking Ships, The Tank, and The Regulars“. Partendo da queste ottime premesse ci predisponiamo all’ascolto di una band che non punta certo sull’innovazione, ma va di ottimo power-pop che assorbe svariate influenze e conserva un piacevolissimo gusto melodico.
“Highs And Lows” esce nel 2011 e piazza alcuni colpi da KO non indifferenti, inseriti in un disco che veleggia pimpante, carico e picevolmente anni ’90, senza però dimenticare momenti più tranquilli, ritmicamente parlando, che evocano quasi profumi ’60s, con la voce di Katie Haley che fa sempre la sua ottima figura. L’apertura di “When Will You Come Home” è micidiale, riportandoci alla mente addirittura gli scozzesi Secret Goldfish.
Piacevolezze guitar-pop supportate da un delizioso synth zuccheroso appaiono in “It’s Right” che potrebbe appartenere anche al repertorio di una Belinda Carlisle in vena guitar-pop, mentre “Something To Go On” schiacchia il piede sull’acceleratore power-pop.
Nel 2013 ecco il nuovo capitolo della band, “Detour”, che avvicina i Soft Science a territori sonori cari a una band storica come i Lush, con un lato dream-pop/shoegaze che si fa più importante, mentre il gusto per i ritornelli si è fatto più raffinato.
“Gone” è eterea al punto giusto e ci cattura fin da subito.
L’importanza delle tastiere nel dare l’imput melodico aumenta decisamente, ecco “Light” a testimoniarci però che “l’alleanza” con le chitarre porta risultati magnifici e superlativi in fatto di pop. “Blue” è classica, certo, eppure ci innamoriamo al volo di brani così.
Anche questa seconda prova quindi viene brillantemente superata.
Nel 2016 arriva la delizia di uno split 7″ con i favolosi The Luxembourg Signal, che ci mettono la loro “Dying Star”, mentre i Soft Science piazzano quello che è il loro brano più pop e solare di sempre. La deliziosa caramella, mai così dolce e dal sapore travolgente, è “Breaking” dal ritmo pimpante e con queste tastiere che danno un tocco favoloso al pezzo. Innamoramento immediato!
In questi giorni i Soft Science si rifanno vivi con il primo antipasto a “Maps” il loro terzo album. “Undone” si avvicina alle suggestioni dei MBV del divino Kevin Shields, mentre sul lato b troviamo l’ottima cover di un classico degli House of Love, ovvero “I Don’t Know Why I Love You”, uscita in realtà per una compilation curata da The Blog Celebrates Itself Records. I due brani ufficialmente escono il 6 aprile via Test Pattern Records. Restiamo in trepidante e fiduciosa attesa che i nostri Soft Science non ci deluderanno nemmeno questa volta!