Passa anche da Milano il tour dei francesi Phoenix, uno dei pochi gruppi non anglofoni “ad avercela fatta”, in Italia a presentare, in un Fabrique di fatto sold out, l’ultimo disco “Ti amo” (leggi la recensione) proprio dedicato al bel paese.
Ma facciamo un passo indietro, guest d’apertura, espressamente richiesto dalla band parigina, re Giorgio Poi, di sicuro una delle proposte migliori uscite dall’ondata indie pop o it pop (insomma ci siamo capiti) di questi ultimi anni. Set che propone il repertorio con i brani del disco d’esordio “Fa niente” (leggi la recensione) da “Acqua minerale” a “Tubature” fino a chiudere con “Niente di strano”. Sincero, senza fronzoli, semplicemente bravo, in molti già lo conoscevano, a testimoniare la continua ascesa dell’artista romano d’adozione, un ottimo warm up.
Alle 21, 45 precise inizia il concerto dei Phoenix, che snocciolano uno dietro l’altro tutti i singoli, una sorta di best of, sicuramente pescando molto da “Ti amo”, ma ancor di più dal loro masterpiece, quel “Wolfgang Amadeus Phoenix” che li ha resi celebri, portandoli di fatto nel gotha dell’indie mondiale. Che dire: band straordinaria, forse, a dire il vero, non mi aspettavo un concerto così bello. Conosco bene i loro dischi ed ero certo dello spessore (non si è, o si è stati, headliner al Primavera Sound tanto per), però che concertone davvero: preciso, tirato, coinvolgente, colorato. Mi sono sembrati anche sinceramente e visibilmente contenti di questa risposta da parte del pubblico italiano, Thomas Mars si è concesso, sul finale, anche una passerella tra i presenti, surfando poi sulle teste per tornare allo stage. Insomma tutto molto bello, voto: 10, la lode va al Fabrique, miglior locale per concerti