Parlavamo di Josh Hwang a inizio febbraio, citando un singolo dei “suoi” Castlebeat, uscito come marcia d’avvicinamento all’album. Ora, finalmente, a quel disco tanto atteso ci siamo e non possiamo non citarlo nella nostra rubrica.
“VHS” si dimostra già adorabilmente retrò fin dal titolo e ci fa sorridere questo “lavoro familiare”, citato da Josh stesso, che ha coinvolto alcuni esponenti della sua famiglia nella scelta e nell’ascolto delle canzoni più meritevoli di finire sul disco. Confermiamo quanto dicevamo a suo tempo, ovvero “lo-fi bedroom pop, vicino alle sensazioni di Beach Fossils e Wild Nothing, ma in una forma decisamente più DIY”, con queste schegge di Cure e The Drums che si fondono, si rincorrono e si sublimano nella semplicità di un guitar-surf-pop scarno, con questi ritmi monocordi e malinconici andamenti jangle-pop. Un sound che ha la capacità di rimandare la nostra mente a momenti felici, a sorrisi, alla spiaggia, ma in realtà è più come se la spiaggia fosse nella nostra stanza: una spiaggia minimale e DIY, ma proprio per questo ne andiamo fieri e ci emoziona, pur sapendo però che poi alla sera dovremo sgomberare tutto.
Un disco che, ascolto dopo ascolto, rivela un fascino agrodolce a cui è impossibile resistere.