Tre anni dopo “Multi Love” gli Unknown Mortal Orchestra, sempre capitanati dal neozelandese Ruban Nielson, tornano con un album che nel titolo celebra le cose buone della vita. Psichedelici come era ovvio e lecito aspettarsi da una band ormai affermata, che ancora una volta cerca di non ripetere quanto fatto in passato. “Multi Love” rappresentava l’anima ottimista, divertente e pop degli UMO (pur senza arrivare agli estremi degli ultimi Tame Impala) “Sex & Food” invece mostra il lato più riflessivo della musica di Nielson e soci. Registrato tra Vietnam, Messico, Islanda, Corea Del Sud, Nuova Zelanda e Stati Uniti è un album per viaggiatori del nuovo millennio, accumulatori compulsivi di miglia aeree che non temono l’effetto devastante del jet lag.
Esplorano un po’ tutti i pianeti dell’universo psichedelico gli Unknown Mortal Orchestra, passando dalle chitarre acide e graffianti del singolo “American Guilt” allo psych soul morbido e ammiccante di “The Internet of Love (That Way)” e “Everyone Acts Crazy Nowadays” al pop così pop di “Hunnybee” impreziosito da un mirabile assolo di chitarra. E fin qui nulla di strano, l’hanno sempre fatto sin dagli esordi. In “Sex & Food” però vanno oltre, sperimentando con suoni e atmosfere molto radiofoniche.
Giocano con ritmo e melodia in “How Many Zeros” e “Not in Love We’re Just High”, imbracciano le chitarre acustiche nell’apocalittica “This Doomsday” e in “Chronos Feasts on His Children” riprendendo il discorso che avevano iniziato e poi interrotto con il “Blue Record”. Musica contagiosa, testi molto personali in cui il romanticismo è solo apparenza, un’arma affilata a doppio taglio. Questa è la ricetta fatta di contrasti di “Sex & Food”, che inizia a passo lento e si scalda minuto dopo minuto.
Se fino a qualche tempo fa gli UMO volevano soprattutto far ballare e divertire oggi chiedono di essere ascoltati, preferibilmente in cuffia per godere appieno di ballate intense come “Ministry of Alienation” o “If You’re Going to Break Yourself”, in cui Ruban Nielson affronta senza paura nè vergogna un passato difficile (“When all my druggy friends go missing / You think I don’t understand anything anymore/ I miss how we used to speak secret loser language /You blocked my number just because I stayed alive“).
Sembra esserci poco spazio ormai nei dischi degli UMO per le chitarre super distorte che si avvitavano in quel crescendo un po’ pazzoide che è stato per anni il marchio di fabbrica della band, sonorità che vengono riproposte solo in “Major League Chemicals”. Il futuro di Ruban Nielson, Jake Portrait, Kody Nielson, Thomas Mabus, Ari Jalali ormai è chiaramente altrove e “Sex & Food” lo dimostra. Non vanno sul sicuro questa volta gli Unknown Mortal Orchestra: si mettono alla prova con un album non certo rivoluzionario ma sexy, ben costruito e ben suonato. Uno dei più accessibili della loro carriera.