Una band di Torino nata nel 2013 quella dei The Yellow Traffic Light, nello specifico quattro ragazzi che seppur giovanissimi riescono in un risultato che sa di anni di gavetta ed esperienza. Un genere tra lo Shoegaze e Dream Pop più melodico misto a foschie Nu-Psych anglofone d’esportazione molto caratteristiche.
L’EP “Dreamless” autoprodotto nel 2014 è il primo passo verso un interessante percorso che porterà la band ad aprire i concerti di DIIV, Toy e a Jacco Gardner, passando alla pubblicazione del secondo EP “To Fade at Dusk” fino ad arrivare a questo nuovo lavoro del 2018 “Worlds Within Walls”.
L’album, uscito lo scorso 16 Marzo sotto WWNBB Collective, si sviluppa attraverso un viaggio sonoro onirico che fa della sperimentazione sonora il vero punto cardine. I testi propongono un ventaglio variegato di tutto e niente, da esperienze personali a flussi di coscienza psichedelici intrecciati ad un immaginario a volte distorto, altre chiaro e limpido.
“Everithing you will need” secondo brano dell’album è proprio tutto ciò di cui in realtà abbiamo bisogno per venire catturati da questa band, un brano che sfiora il Dream Pop d’eccellenza e che in maniera dinamica sfocia in un turbine Shoegaze strizzando l’occhio agli appassionati del genere. Niente di scontato quindi perchè nel disco si spazia molto, anche le stesse linee vocali a volte richiamano quelle no wave alla Thurston Moore, in un perfetto unisono con la parte ritmica veramente accattivante.
Complessivamente quindi ci troviamo davanti ad un album veramente interessante. I brani sono seducenti, a volte lisergici ma nel contempo melodici e pieni di quella giusta vena dissonante e psichedelica che riesce a dare nel complesso una salda identità alla band.
Insomma percorrendo la strada all’ascolto dell’album, mi sono trovato ad un semaforo dove la luce accesa non era la gialla ma quella verde, un verde speranza a dir poco brillante.