Bomba distortissima! Che bravi questi Human Colonies, terzetto della Valtellina nato nel 2013. Il loro nuovo album è di quelli che vanno ascoltati in cuffia a volume bello alto e poi hai le orecchie che ti fischiano come fossi stato a un live dei MBV. Band che ovviamente non ho citato a caso, visto che sicuramente la lezione del maestro Kevin è stata ben imparata dai nostri, ci mancherebbe altro, ma più che la band irlandese, qui a risplendere è la scuola power-pop/noise dei Dinosaur Jr. e le distorsioni dei Sonic Youth, non certo robetta da poco.

Il bello è che queste chitarrone ipersature viaggiano che è un piacere, disegnando anche delle trame pop, si, concedetemi il termine, con melodie e impeto che più di una volta mi hanno ricordato i sublimi Urusei Yatsura, scozzesi anni ’90 che si abbeveravano alla stessa fonte degli italiani, oltre che a Pavement e Jesus & Mary Chain.

Piace anche quella punta di autoindulgenza popedelica che i nostri piazzano in qualche momento, come se perdersi dentro il riverbero distorto fosse un momento in cui prepararsi al meglio per quello che sta arrivando da li a poco, per non parlare di alcuni riff belli pesanti che pare quasi di stare in zone stoner (“Jet”). Sta di fatto che quando l’alchimia e l’equilibrio tra rumore e ritornelli appiccicosi funzionano, beh, il disco è da lodare. E questo è il nostro caso!

Bravi!!