Volete entrare nello stato d’animo giusto per ascoltare questo disco? Andate su Google e cercate la copertina del numero del 24 luglio 1993 di “Melody Maker”, dedicata ai tredici anni della 4AD e a un trio di degni rappresentanti della prestigiosa scuderia. In primo piano ci sono due ragazze, Miki Berenyi dei Lush e Kristin Hersh dei Throwing Muses. Sono belle, giovani, sorridenti e pronte a festeggiare spegnendo le candeline su una torta decorata con il logo della storica etichetta indipendente britannica.
A rubare la scena, tuttavia, è l’individuo che alle loro spalle sfoggia una chioma invidiabile e sprizza malessere da tutti i pori. Si tratta di Mark Kozelek, il tenebroso leader dei Red House Painters. Il volto inespressivo del songwriter dell’Ohio non tradisce emozioni ma, come si suol dire, sono gli occhi a essere lo specchio dell’anima. E in questa foto gli occhi di Kozelek trasmettono la tristezza e il dolore di un ventiseienne ex tossicodipendente che sta attraversando una fase delicata della propria vita. Un abisso di malinconia e sconforto che solo pochi mesi prima si era insinuato nella musica e nei testi del secondo album pubblicato dalla sua band, un’interminabile opera-monstre eponima nota anche con il titolo “Rollercoaster”.
Oggi Kozelek è un burbero uomo di mezza età che produce dischi senza praticamente mai concedersi un attimo di pausa. Negli ultimi cinque anni, tra Sun Kil Moon, progetti solisti e collaborazioni varie, ne ha dati alle stampe una decina: tra questi vi sono ottime testimonianze del suo talento (“Benji”, “Perils From The Sea”) ma anche qualche svarione, come l’insopportabilmente logorroico “Common As Light And Love Are Red Valleys Of Blood” e buona parte degli altri suoi esperimenti con lo spoken word.
L’ex Red House Painters guarda al passato con distacco e ricorda malvolentieri i lunghi mesi di ansie e preoccupazioni trascorsi al lavoro sui brani di “Rollercoaster”. Ed è un vero peccato, perchè è in questi intensissimi 76 minuti di delicate ballate acustiche e lente cavalcate elettriche che il nostro è riuscito a dare il meglio di sè. Provate però un attimo a mettervi nei suoi panni: se un simile tour de force di tristezza fosse stato scritto da voi, riuscireste ad andarlo a riascoltare senza deprimervi almeno un po’?
Prendiamo in considerazione una delle canzoni più belle e conosciute dell’album, “Katy Song”: qui Kozelek, rinchiuso in un “freddo regno solitario” dopo essere stato abbandonato dalla ragazza volata via a Londra, paragona la sua vita a pezzi di vetro sparpagliati sul pavimento e calpestati dalle scarpe. E nel resto di “Rollercoaster” di certo non sembra essere più allegro, schiacciato dal peso di nostalgie, occasioni perse e ricordi spiacevoli.
Il sentiero di “Grace Cathedral Park” è tappezzato di cuori infranti e richieste di aiuto. La relazione infelice raccontata in “Mistress” gli ha lasciato addosso ferite “interne ed esterne” impossibili da rimarginare. L’amarezza di un’adolescenza da incompreso viene rivissuta nelle prime battute di “Strawberry Hill” attraverso la descrizione di un litigio tra i genitori in salotto, con lui ad ascoltare e a lasciarsi corrodere dalla solitudine nella sua cameretta.
Mark Kozelek affonda il coltello nelle piaghe interpretando i brani con la classe di un consumato crooner del Midwest americano che, in compagnia di Gorden Mack (chitarra), Jerry Vessel (basso) e Anthony Koutsos (batteria), ci porta a fare un giro sulle “montagne russe” (rollercoaster in inglese) del dolore, tra fantasmi folk (“Down Through”, “Brown Eyes”) e incubi slowcore (“Funhouse”, “Mother”). E a distanza di ben 25 anni, cosa resta di questo cumulo di sofferenze e tormenti? Un capolavoro troppo spesso dimenticato, frutto del genio depresso di uno dei più grandi cantautori di fine millennio.
Red House Painters ““ “Red House Painters I (Rollercoaster)”
Data di pubblicazione: 24 maggio 1993
Tracce: 14
Lunghezza: 76:13
Etichetta: 4AD
Produttore: Mark Kozelek
1. Grace Cathedral Park
2. Down Through
3. Katy Song
4. Mistress
5. Things Mean A Lot
6. Funhouse
7. Take Me Out
8. Rollercoaster
9. New Jersey
10. Dragonflies
11. Mistress (Piano Version)
12. Mother
13. Strawberry Hill
14. Brown Eyes