Non esistono calendari nè orologi nello psichedelico mondo dei Wooden Shjips. Ci si orienta col sole e con le meridiane. Giorno dopo giorno sono passati cinque anni da “Back To Land”, ultima fatica discografica di Omar Ahsanuddin, Dusty Jermier, Nash Whalen e Ripley Johnson prima di quest’album, il quinto per la band di San Francisco ormai trapiantata a Portland, che non a caso si chiama “V”. Come il numero romano e come lo stilizzato segno della pace che compare in una copertina coloratissima e vivace.
Abbandonata ormai da tempo la frenesia garage e messi in soffitta i ritmi teutonici degli esordi, i Wooden Shjips preferiscono atmosfere più rilassate e tranquille. “Eclipse” procede al piccolo trotto, guidata dalla voce ipnotica di Johnson e dalle note di un sassofono un po’ acido, quasi jazz. Buone vibrazioni e chitarre psych si rincorrono in “In The Fall” e sfociano dentro “Red Line”, una delle canzoni più melodiche e gioiose mai uscite dalle mani di Ripley Johnson, con una linea di basso quasi pop.
L’impressione è che i Wooden Shjips stavolta vogliano soprattutto divertirsi, senza preoccuparsi troppo di rispettare regole decise da altri o di deludere qualcuno. Come spiegare altrimenti quelle note di sintetizzatore che spuntano all’inizio di “Already Gone”, prima che la sei corde di Johnson prenda il sopravvento? I Wooden Shjips più grintosi tornano a farsi sentire nell’assolo di “Staring At The Sun” e in “Golden Flower”, trascinata da basso e batteria. Spetta a “Ride On”, ballata un po’malinconica ma di grande impatto, il compito di far calare il sipario su “V”.
La critica che verrà mossa ai Wooden Shjips sarà la stessa di sempre: quella di non voler, poter o saper modificare più di tanto il proprio sound, scegliendo la via più semplice e battuta tra i tanti sentieri psichedelici. Critica non priva di fondamento, questo va detto, ma è ormai chiaro che da qualche anno a questa parte Ripley Johnson e soci preferiscono concentrarsi sul creare atmosfere particolari più che sulla sperimentazione pura e semplice. E il risultato è comunque di qualità .
Ottimisti, pacifisti ma non certo pacifici, i Wooden Shjips non hanno nessuna intenzione di tirare i remi in barca. Se “Back To Land” somigliava al ritorno in porto di marinai di lungo corso, “V” è la sensazione che si prova a sentire la terra familiare sotto i piedi, godendosi ogni passo. Sapendo che presto sarà ora di partire di nuovo.