Un gruppo rimasto ormai un duo formato da Brian Molko e Stefan Olsdal ““ tra l’altro fondatori ““ , dopo l’abbandono dell’ultimo batterista Steve Forrest mai davvero integrato con gli altri e con un’eredità  pesante da sopportare come quella di Steve Hewitt, il quale oltre ad essere un mostro dietro la batteria, era oltremodo affine ai due per interessi e abitudini.
In più di 20 anni di carriera (esordirono giovanissimi nel ’96 con l’album eponimo) i Placebo hanno attraversato vari generi musicali, sperimentando il giusto e apportando dei cambiamenti, ma lasciando sempre ad ogni nuova uscita un’impronta indelebile del loro modo di essere. Insomma, sono quasi un genere a parte, sanno mutare pelle ma senza mai snaturarsi, essendo diventati sin da subito ben riconoscibili, un po’ per attitudine, molto per le doti da performer dell’enigmatico Molko.
7 dischi di inediti pubblicati in cui hanno disseminato alcune piccole perle, altri brani divenuti poi classici e almeno un paio di capolavori rimasti nell’immaginario di tutti gli appassionati musicali, il tutto dispensando in genere del buon pop rock venato via via di glam, britpop, hard rock ed elettronica. Non sono propriamente dei big a livello mondiale ma certamente hanno ottenuto un grande successo commerciale con canzoni che, al di là  di un piglio accattivante e di melodie spesso serrate, non erano certo semplici o furbette.

Un ibrido di tante pulsioni, un mix particolare che ben si esemplifica nell’animo turbolente del leader e che provo a sintetizzare inserendo qui di seguito la mia Top 10 brani del gruppo:

BONUS TRACK ““ NANCY BOY

1996, da “Placebo”

Emblematica dei primissimi passi in ambito musicale dei giovanissimi Brian Molko e Stefan Olsdal (Steve Hewitt aveva temporaneamente lasciato il gruppo prima delle registrazioni del disco d’esordio, lasciando il posto a Robert Schultzberg, per tornare ufficialmente in pianta stabile subito dopo l’uscita di “Placebo”), è potentissima, adrenalinica e ovviamente ambigua sin dal titolo. Una scarica rock fortissima, riempipista per lungo tempo nelle serate indie inglesi.

10 ““ TOO MANY FRIENDS

2013, da “Loud Like Love”

Brano estratto come primo singolo dell’ultimo album in studio dei Placebo, si fa notare per il ritornello arioso e la melodia cristallina.

9 ““ BROKEN PROMISES

2006, da “Meds”

Canzone dal forte impatto emotivo, rappresenta una sorta di ritorno a sonorità  vicinissime ai primi due dischi. L’elettronica finisce per scomparire in mezzo al feedback chitarristico, le voci congiunte di Brian Molko e dell’ospite speciale Michael Stipe, suo amico dai tempi della partecipazione al film “Velvet Goldmine” invece creano un connubio affascinante quanto obliquo.

8 ““ EVERY YOU EVERY ME

1998, da “Without You I’M Nothing”

Amatissima dai fans e negli anni diventata autentico cavallo di battaglia ai loro concerti, è irresistibile nel suo incedere e assolutamente canticchiabile. A detta di chi scrive la migliore melodia dei Placebo, pop fine e purissimo.

7 ““ BATTLE FOR THE SUN

2009, da “Battle for the Sun”

Canzone che intitola il sesto album dei Placebo, il primo col batterista Steve Forrest, è un tentativo riuscito di mescolare ritmi e melodie, notevole l’arrangiamento, con gli archi a conferire solennità  e drammaticità .

6 ““ SPECIAL K

2000, da “Black Market Music”

Brano che con il suo ritornello incisivo e la melodia ariosa seppe riportare il gruppo al sound del disco d’esordio, dopo il passo avanti, a livello musicale e compositivo di “Without You I’m Nothing”: detta così parrebbe una critica negativa, invece è un riappropriarsi felice delle istanze che caratterizzano intrinsecamente l’anima di Molko e co.

5 ““ THE BITTER END

2003, da “Sleeping With Ghosts”

Tra le più coinvolgenti del loro catalogo, con il tiro nervoso e la batteria potente di Hewitt a sorreggere il tutto, e soprattutto i versi di Molko, cantati con autentica passione.

4 ““ SONG TO SAY GOODBYE

2006, da “Meds”

Altro testo ispiratissimo del leader, intriso di mestizia e rassegnazione. Musicalmente è un mid-tempo classico “alla Placebo“, dove la piacevole melodia compensa l’asprezza delle parole.

3 ““ WITHOUT YOU I’M NOTHING

1998, da “Without You I’m Nothing”

Brano struggente, malinconico, intenso, tristissimo, grondante dolore e consapevolezza di aver perso qualcosa di importante. In questo momento per Molko non c’è concessione alla speranza di una nuova luce, c’è solo cupa rassegnazione. Un autentico capolavoro che è assurto anche a manifesto della poetica della band.

2 ““ TEENAGE ANGST

1996, da “Placebo”

Bastarono le primissime lancinanti note di chitarre e l’introduzione vocale di Molko per farmi innamorare di colpo dei Placebo e della loro proposta musicale e visiva così potente e accattivante. Qui ci sono già  tutti gli ingredienti del loro successo.

1 ““ PURE MORNING

1998, da “Without You I’m Nothing”

In vetta non poteva che stagliarsi questa gemma, questa canzone rimasta nell’immaginario di tutti non solo per il testo curioso e intrigante ma soprattutto per il ritmo martellante, cadenzato, il cantato che si muta in mantra ipnotico e ovviamente il video geniale, impossibile da scordare. Con questo primo singolo, anticipatore del secondo album, i Placebo sbaragliarono il campo, sfondando in tutta Europa dopo le ottime premesse del debutto. E “Pure Morning” è ormai riconosciuto come uno dei brani simbolo degli anni ’90.

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Photo Credit: Pablo Tupin-Noriega