Se ne parla tanto, li si loda e loro valorizzano questo chiacchierare con un ottime interviste e soprattutto un ottimo disco. Stiamo parlando dei Bodega, guidati dall’estro compositivo di Ben Hozie, che, coadiuvato dall’ottimo lavoro di Austin Brown (Parquet Courts), spinge l’acceleratore per sfrecciare con disinvoluta in territori post-art-punk, in cui un basso saltellante e incalzante si sposa con chitarre per farci muovere, ballare, saltare e sudare.
Ma non solo. Non c’è solo il “fun” in questa formazione, anzi, il messaggio è fondamentale. Una critica, tutt’altro che velata, sulle nostre dipendenze mediatiche e social e sul fatto che siamo i primi a dover cambiare qualcosa nella nostra quotidianità , senza stare a lamentarci dell’ “uomo nero” che tira i fili, molto più in alto noi. Ironici, spigolosi e sopratutto pungenti, tanto nel sound che nei testi (urlati, cantati, declamati a più voci): il gioco è fatto. E gli applausi meritati.
Se amate i Parquet Courts crediamo proprio che i Bodega faranno al caso vostro, ma non pensate a dei semplici cloni, anzi, il loro punk si veste tanto di pop (“Jack In Titanic”) quanto lavora ottimamente sul ritmo, per sporcarsi a dovere così come diventare pure sbarazzino. Occhio che il meglio è rimasto alla fine, con la travolgente “Truth Is Not Punishment” piazzata come ultimo brano! Gran bel lavoro!
Credit Foto: Kirsten Kay Thone